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Contributo a fondo perduto

 A seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, per sostenere le imprese e i professionisti è stata prevista l’erogazione di contributi a fondo perduto, al fine di ristorare le attività che hanno subito chiusure forzate o comunque una riduzione del proprio lavoro.
Si precisa che i contributi a fondo perduto sono esclusi da tassazione – sia per quanto riguarda le imposte sui redditi sia per l’Irap – e non incidono sul calcolo del rapporto per la deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi di reddito, compresi gli interessi passivi, di cui agli artt. 61 e 109, comma 5, del Tuir. Ne consegue, pertanto, che tali contributi non sono assoggettati alla ritenuta a titolo d’acconto di cui all’articolo 28, comma 2, D.P.R. 600/1973. Come precisato dalla circolare n. 15/E/2020, sul piano contabile le somme ricevute costituiscono un contributo in conto esercizio in quanto erogate ad integrazione di mancati ricavi registrati dal contribuente a causa della crisi causata dalla diffusione del Covid-19 (da contabilizzare nella voce A5 del conto economico).
Contributo Decreto Rilancio L’art. 25 del D.L. 34/2020 (Decreto Rilancio) ha previsto l’erogazione di un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, qualora soddisfino i requisiti previsti dalla stessa norma. 

La domanda andava presentata entro il 13.8.2020 e per i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate si vedano le circolari nn. 15/E e 22/E del 2020 e la risoluzione n. 65/E/2020.

Inoltre, in sede di conversione sono stati aggiunti i co. 7-sexies e 7-septies all’art. 60 del D.L. 104/2020, disponendo che i soggetti che non hanno presentato domanda ai sensi dell’articolo 25 del D.L. 34/2020 che:

  • a far data dall’insorgenza dell’evento calamitoso hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di comuni colpiti dai predetti eventi i cui stati di emergenza erano ancora in atto alla data di dichiarazione dello stato di emergenza Covid-19, 
  • classificati totalmente montani di cui all’elenco dei comuni italiani predisposto dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), 
  • ovvero ricompresi nella circolare del Ministro delle finanze n. 9 del 14 giugno 1993, e non inseriti nella lista indicativa dei Comuni colpiti da eventi calamitosi di cui alle istruzioni per la compilazione dell’istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto (pubblicate dall’Agenzia delle entrate in data 30.6.2020),

possono presentare la domanda entro trenta giorni dalla data di riavvio della procedura telematica per la presentazione della stessa, come definita con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate.

Contributo Decreto Ristori Il Decreto Ristori (art. 1, D.L. 137/2020) ha previsto un nuovo contributo a fondo perduto per coloro che al 25.10.2020 hanno la partita Iva attiva e svolgono come attività prevalente una di quelle individuate dai codici Ateco riportati nell’allegato 1 dello stesso decreto. L’agevolazione è erogata a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2019 (occorre far riferimento alla data di effettuazione dell’operazione). Il requisito del fatturato non deve essere verificato per i soggetti che hanno la partita Iva dal 1.1.2019 e che svolgono in via prevalente una delle attività di cui all’all. 1, D.L. 137/2020; tuttavia, il contributo non spetta a coloro che hanno iniziato l’attività a partire dal 25.10.2020.

Per coloro che hanno già beneficiato del contributo di cui all’art. 25 del D.L. 34/2020, l’importo percepito sarà erogato automaticamente, mentre in caso contrario occorre presentare apposita istanza dal 20.11.2020 al 15.1.2021 secondo il modello approvato dal provv. 20.11.2020. Il contributo non spetta, in ogni caso, ai soggetti la cui partita IVA risulti cessata alla data di presentazione dell’istanza.

Il contributo è riconosciuto anche ai soggetti che, al 25.10.2020 hanno la partita IVA attiva e hanno dichiarato di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’all. 4 del D.L. 137/2020 (art. 1-ter, D.L. 137/2020).

L’importo riconosciuto è commisurato al precedente contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio, al quale – per le numerose categorie economiche maggiormente impattate dal lockdown – si applica un aumento percentuale che può arrivare fino al 400%.
Per coloro che non avevano già presentato domanda per il contributo del Decreto Rilancio, l’ammontare del nuovo contributo è determinato con due fasi di calcolo successive, come spiegato nella guida predisposta dall’Agenzia delle Entrate. Nella prima fase, si moltiplica la differenza tra il fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019 per una delle seguenti percentuali: a) 20%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono inferiori o pari a 400.000 euro; b) 15%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 400.000 euro ma non l’importo di 1.000.000 di euro; c) 10%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 1.000.000 di euro.
Comunque, è previsto un importo minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Gli stessi importi sono assegnati ai soggetti che hanno attivato la partita Iva a partire dal 1.1.2019, qualora la suddetta differenza sia pari a zero o positivo.
Nella seconda fase, la base di calcolo ottenuta viene moltiplicata per una delle percentuali, previste per i singoli codici Ateco nell’allegato 1 al decreto «Ristori».
In tutte e due i casi, l’importo massimo erogabile del nuovo contributo è di 150.000 euro.

Inoltre, il co. 14, art. 1, D.L. 137/2020 riconosce agli operatori dei settori economici individuati dai codici ATECO 561030 (gelaterie e pasticcerie), 561041 (gelaterie e pasticcerie ambulanti) e 563000 (bar e altri esercizi simili senza cucina), con domicilio fiscale o sede operativa nelle regioni individuate con le ordinanze del Ministro della salute emesse ai sensi degli articoli 2 e 3 (cd. zone arancioni e zone rosse del D.PC.M. 3.11.2020) una maggiorazione del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 1 del D.L. 137/2020, aumentando di un ulteriore 50 per cento la quota indicata nell’allegato 1.
Si specifica che le disposizioni si applicano nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dalla comunicazione della Commissione europea del 19.03.2020 C(2020) 1863 final “Quadro temporaneo per le  misure  di  aiuto  di  Stato  a sostegno  dell’economia  nell’attuale  emergenza  del  COVID-19” (co. 5, art. 13-duodecies, D.L. 137/2020). 

Contributo ex Decreto Ristori-bis L’art. 1-bis del D.L. 137/2020 (che ha ripreso il contenuto dell’art. 2 del D.L. 149/2020) prevede, inoltre, l’erogazione di un contributo a fondo perduto a favore degli operatori IVA dei settori economici interessati dalle nuove misure restrittive del D.P.C.M. 3.11.2020. In particolare, l’agevolazione è destinata ai soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle attività individuate dall’allegato 2 del D.L. 137/2020 e che, alla data del 25.10.2020, hanno la partita IVA attiva e hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nelle aree del territorio nazionale, caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, individuate con ordinanze del Ministro della salute adottate ai sensi dell’articolo 3 del D.P.C.M. 3.11.2020 e dell’dell’art. 19-bis del D.L. 137/2020 (zone rosse).

Il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020. Si applicano, inoltre, le disposizioni di cui ai commi da 3 a 11 dell’articolo 1 del D.L. 137/2020. 

L’erogazione avviene:

  • con modalità automatica, se il beneficiario aveva ottenuto l’accredito del contributo del Decreto Rilancio e non lo ha riversato totalmente;
  • a seguito della presentazione telematica di apposita istanza (provv. 20.11.2020) dal 20.11.2020 al 15.01.2021, per gli altri soggetti.

L’importo riconosciuto è commisurato al precedente contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio, al quale si applica l’aumento percentuale previsto dall’all. 2 del D.L. 137/2020. Per coloro che non avevano già presentato domanda per il contributo del Decreto Rilancio, l’ammontare del nuovo contributo è determinato con due fasi di calcolo successive, come spiegato nella guida predisposta dall’Agenzia delle Entrate. Nella prima fase, si moltiplica la differenza tra il fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019 per una delle seguenti percentuali: a) 20%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono inferiori o pari a 400.000 euro; b) 15%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 400.000 euro ma non l’importo di 1.000.000 di euro; c) 10%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 1.000.000 di euro.

Comunque, è previsto un importo minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Gli stessi importi sono assegnati ai soggetti che hanno attivato la partita Iva a partire dal 1.1.2019, qualora la suddetta differenza sia pari a zero o positivo.

Nella seconda fase, la base di calcolo ottenuta viene moltiplicata per una delle percentuali, previste per i singoli codici Ateco nel citato allegato 2.

In tutti i casi, l’importo massimo erogabile del nuovo contributo è di 150.000 euro.
Si specifica che le disposizioni si applicano nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dalla comunicazione della Commissione europea del 19.03.2020 C(2020) 1863 final «Quadro temporaneo per le  misure  di  aiuto  di  Stato  a sostegno  dell’economia  nell’attuale  emergenza  del  COVID-19» (co. 5, art. 13-duodecies, D.L. 137/2020). 

Contributo ex Decreto Natale L’art. 2 del D.L. 172/2020 introduce un contributo a fondo perduto per i soggetti interessati dalle misure restrittive previste dallo stesso decreto. In particolare, il contributo compete ai soggetti che al 19.12.2020 (data di entrata in vigore del D.L. 172/2020) hanno la partita IVA attiva (la partita Iva deve essere stata attivata entro il 30.11.2020) e svolgono in via prevalente una delle attività individuate dai codici Ateco di cui all’all. 1 del D.L. 172/2020 (settore della ristorazione). Il co. 2 della norma precisa, tuttavia, che possono beneficiare del contributo solo i soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio e che non lo abbiano restituito. L’Agenzia delle Entrate, infatti, eroga direttamente lo stesso importo già corrisposto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo. In ogni caso, l’importo del contributo non può essere superiore a euro 150.000,00.

Il contributo è soggetto ai limiti e alle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19», e successive modifiche. Inoltre, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’articolo 25, commi da 7 a 14, del Decreto Rilancio.

Nuova Sabatini, contributo in un’unica tranche fino a 100mila euro

Con le circolari direttoriali del 19 e 22 luglio scorso, il Mise fornisce i primi chiarimenti in merito alle novità apportate dal Decreto crescita alla Nuova Sabatini di cui all’articolo 2 del Dl 69/2013.

La misura agevolativa prevede che, a fronte della concessione di un finanziamento ordinario (bancario o in leasing) per la realizzazione di un programma di investimenti per l’acquisto di beni materiali (macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware) o immateriali (software e tecnologie digitali) a uso produttivo, il Ministero conceda un contributo parametrato a un tasso di interesse pari al 2,75 per cento annuo per gli investimenti «ordinari» e al 3,575 per cento per gli investimenti «Impresa 4.0».

L’articolo 20 del Dl 34/2019 , oltre a precisare che l’erogazione delle quote del contributo è effettuata sulla base delle dichiarazioni prodotte dalle imprese, apporta tre modifiche alla disciplina della Nuova Sabatini.

La prima novità estende la possibilità di concedere i finanziamenti agevolabili anche agli intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106, comma 1, Dlgs 385/1993, che statutariamente operano nei confronti delle piccole e medie imprese.

La seconda modifica riguarda l’innalzamento da 2 a 4 milioni di euro dell’importo massimo dei finanziamenti concedibili dalle banche e dagli intermediari finanziari alla singola Pmi beneficiaria. A tal proposito, la circolare 19 luglio 2019 del Mise , pubblicizzando il nuovo modello della domanda di accesso all’agevolazione, ha specificato che saranno comunque considerate valide le istanze presentate a decorrere dallo scorso 1° maggio (data di entrata in vigore del Dl 34/2019) utilizzando il vecchio modello, anche nell’ipotesi in cui comportino, in via cumulata, il superamento del precedente limite di finanziamento di 2 milioni di euro.

L’ultima modifica, invece, concerne le modalità di erogazione del contributo, prevista in un’unica tranche qualora il finanziamento sia di importo non superiore a 100 mila euro. La novità, come sottolineato dal Mise, si applica alle domande di agevolazione presentate dalle Pmi alle banche e agli intermediari finanziari a decorrere dal 1° maggio 2019.

Anche l’iter di ottenimento del beneficio è stato conseguentemente modificato per tener conto delle novità; a tal fine, con la circolare 22 luglio 2019 il Mise ha aggiornato la circolare n. 14036 emanata in data 15 febbraio 2017. In particolare, le Pmi sono tenute a completare l’investimento entro dodici mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento, pena la revoca dell’agevolazione.

Completato l’investimento, l’impresa compila telematicamente attraverso la procedura disponibile nella nuova piattaforma (https://benistrumentali.dgiai.gov.it/Imprese) la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuta ultimazione dell’investimento.

Terminata la fase di compilazione, la piattaforma consente all’impresa beneficiaria la generazione del modulo DUI, che deve essere inoltrato al Ministero tramite piattaforma, previa apposizione della firma digitale del legale rappresentante dell’impresa o del procuratore, entro 60 giorni dalla data di ultimazione e, comunque, non oltre 60 giorni dal termine ultimo previsto per la conclusione dell’investimento, pena la revoca del contributo concesso.

L’impresa deve, inoltre, trasmettere, avvalendosi della suddetta piattaforma il modulo RU, ossia la richiesta unica di erogazione contenente tutte le singole quote annuali di contributo previste dal piano temporale di liquidazione indicato nel decreto di concessione.

Successivamente, la Pmi beneficiaria invia il modulo RP necessario per attivare il pagamento di ogni quota successiva alla prima, da presentare annualmente al Mise, solo in via telematica attraverso la procedura disponibile nella piattaforma.

Infine, il nuovo paragrafo 13.bis della circolare 15 febbraio 2017 disciplina la fase transitoria prevedendo, per le Pmi che abbiano già richiesto una o più quote del contributo sulla base delle modalità operative previgenti alla data del 22 luglio 2019, la trasmissione telematica della richiesta di erogazione delle quote di contributo rimanenti (modulo RQR) che deve essere inoltrato al Ministero, previa apposizione della firma digitale del legale rappresentante dell’impresa o del procuratore, non prima di dodici mesi dalla precedente richiesta di erogazione ed entro i dodici mesi successivi a tale termine. Il mancato rispetto del predetto termine determina la revoca dell’agevolazione.

Fonte “Il sole 24 ore”

Pmi innovative, si sbloccano gli incentivi agli investimenti

Si sbloccano le agevolazioni fiscali per investimenti in Pmi innovative, in stallo ormai da oltre quattro anni. Le disposizioni applicative sono pronte: dopo la firma del ministero dell’Economia, il decreto attuativo è stato firmato anche dal ministero dello Sviluppo economico. Ora il provvedimento dovrà passare dalla Corte dei conti prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Il decreto consolida in un unico testo le disposizioni per le Pmi innovative (finora non operative) con quelle per le startup innovative, che erano invece già in vigore sulla base di un decreto ministeriale del 2014 ma erano state progressivamente modificate con diversi interventi normativi, poi comunicati alla Commissione europea. Gli incentivi fiscali sono destinati a persone fisiche che investono sia nella categoria delle Pmi innovative sia nelle startup. Detrazione del 30% nel primo caso (per importo non superiore a 1 milione per ciascun periodo d’imposta), deduzione del 30% nel secondo (non oltre 1,8 milioni per ciascun periodo d’imposta). L’investimento agevolato può essere effettuato anche indirettamente tramite organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società di capitali che investono prevalentemente in startup o Pmi innovative.

Sia per la detrazione che per la deduzione, se di ammontare superiore al reddito dichiarato, l’eccedenza può essere riportata nei tre anni di imposta successivi. Gli incentivi sono cumulabili con quelli per le stock option ed altri strumenti di «work for equity» concesse ai dipendenti.

Per Pmi innovative (il regime di aiuto ha ricevuto l’ok della Commissione Ue solo il 17 dicembre 2018) si intendono le imprese in possesso dei requisiti previsti dal decreto legge 3 del 24 gennaio 2015, legati ad esempio al volume di spesa in R&S, al personale altamente qualificato, ai brevetti. Sono considerate tali fino al settimo anno dalla loro prima vendita commerciale. Con alcune deroghe: rientrano nella categoria fino a dieci anni dalla prima vendita se attestano di non aver ancora dimostrato a sufficienza il loro potenziale di generare rendimenti o addirittura senza limiti di età, se effettuano un investimento in capitale di rischio sulla base di un business plan relativo a un nuovo prodotto o a un nuovo mercato geografico che sia superiore al 50% del fatturato medio annuo dei precedenti cinque anni.

Il decreto dispone l’ammissione alle agevolazioni per investimenti effettuati dal periodo di imposta 2017 in poi, da mantenere per almeno 3 anni. Gli incentivi spettano fino ad un ammontare complessivo dei conferimenti ammissibili non superiore a 15 milioni per ciascuna startup o Pmi innovativa.

La doppia firma ministeriale viene salutata come un passo importante dalla Piccola industria di Confindustria. «Questo decreto rappresenta una contaminazione positiva perché permette di sbloccare gli incentivi per le Pmi innovative e consente di mettere ordine su quelli destinati alle startup. – dice il presidente Carlo Robiglio -. Porta un doppio vantaggio anche sotto il profilo degli investimenti perché consente a chi investe di poter sfruttare open innovation, know how e competenze delle Pmi innovative che a loro volta possono decollare grazie al supporto e alla capacità di internazionalizzazione delle società mature che investono».

 Fonte “Il sole 24 ore”

Rinuncia al finanziamento al riparo dal prelievo al 3%

Rinunce ai finanziamenti da parte dei soci enunciate in atti di ricapitalizzazione sempre più nel mirino del Fisco. Di recente molti soci che hanno deliberato la riduzione del capitale sociale per perdite, contestualmente ricostituito attraverso la rinuncia a precedenti finanziamenti erogati alla società, si vedono recapitare avvisi di liquidazione di imposta di registro proporzionale nella misura del 3% degli importi finanziati, oltre ai relativi interessi.

In genere, la delibera di riduzione per perdite e di ricapitalizzazione mediante rinuncia a finanziamenti viene assoggettata a imposta di registro in misura fissa, in quanto atto assimilabile a un aumento del capitale sociale mediante conferimento di denaro. Vediamo, quindi, di capire su quali ragioni l’ufficio fonda la sua pretesa e quali sono le possibili valutazioni da fare per sostenere la difesa o per prevenire l’accertamento.

L’accertamento
Sull delibera con la quale il capitale sociale viene ridotto per perdite, e contestualmente ricostituito mediante rinuncia ai crediti vantati dai soci verso la società, si applica l’imposta di registro in misura fissa. Attenzione, però: in forza dell’articolo 22 del Dpr 131/1986 , al momento della sua registrazione l’ufficio verifica, se nella stessa delibera, vengono richiamati altri atti (non registrati), quali ad esempio finanziamenti dei soci alla stessa società. Infatti, gli atti enunciati in altri atti sottoposti a registrazione devono essere, a loro volta, assoggettati a imposta di registro.

Dunque, se l’atto di finanziamento soci enunciato nella delibera di ricapitalizzazione non è già stato registrato, l’ufficio procede con la notifica ai soci e alla società (in qualità di coobbligata) di un avviso di liquidazione, finalizzato ad assoggettare il medesimo atto a imposta di registro nella misura del 3%, a norma dell’articolo 9 della Tariffa, parte I, allegata al Dpr 131/1986.

La possibile difesa
In questi casi è essenziale verificare se dalla delibera societaria presentata per la registrazione possano effettivamente desumersi gli elementi fondamentali del finanziamento, quali, ad esempio, l’ammontare della somma finanziata, le parti coinvolte, e così via. Nel caso in cui tali elementi non dovessero essere evidenti, è opportuno impugnare l’atto, chiedendo al giudice di merito di dichiararne l’illegittimità per violazione e falsa applicazione dell’articolo 22.

Affinché possa trovare applicazione l’imposta di registro anche sull’atto enunciato, è necessario che:
 l’atto enunciante consenta di individuare gli elementi essenziali dell’atto enunciato;
 l’atto enunciato sia posto in essere tra le stesse parti intervenute nell’atto enunciante e che non sia stato registrato.

Le scelte preventive
Al fine di attenuare il rischio crescente di contestazione, sarebbe opportuno valutare la possibilità di strutturare le operazioni di ricapitalizzazione non ancora effettuate in modo diverso.

Si potrebbe, ad esempio, decidere di operare il rimborso dei finanziamenti ai soci prima dell’adozione della delibera di aumento del capitale. In questo modo, poi, i soci possono operare il successivo conferimento in società del denaro rimborsato. È ovvio, tuttavia, che in ipotesi di crisi societaria tale soluzione potrebbe apparire difficilmente praticabile, dal momento che la società potrebbe non disporre del denaro da rimborsare ai soci.

In alternativa, si potrebbe procedere con uno “spacchettamento” degli atti: in particolare, dopo aver deliberato la sola ricapitalizzazione, l’aumento dovrebbe essere sottoscritto dai soci mediante la rinuncia al precedente finanziamento. In tal modo, si potrebbe evitare di presentare alla registrazione una delibera assembleare che effettui anche la rinuncia e, quindi, enunci il finanziamento. Anche questa scelta, tuttavia, non rende immune da rischi: alla delibera di ripianamento delle perdite andrà allegata la situazione patrimoniale della società, dalla quale potrebbe indirettamente desumersi la presenza del finanziamento.

Infine, laddove non vi sia opposizione dei soci, potrebbe essere opportuno contabilizzare già all’origine i finanziamenti dei soci come «conferimenti in conto capitale», in modo che essi non vadano a confluire nelle poste passive di bilancio, ma compaiano tra le poste di patrimonio netto.

L’acquisto di azienda non incide sul bonus R&S

L’acquisto di una azienda “indipendente” sotto l’aspetto del soggetto economico non incide sulla media di riferimento per il calcolo incrementale del credito d’imposta ricerca e sviluppo (articolo 3 del Dl 145/2013), contrariamente a quanto avviene con operazioni di subentro in regime di continuità nelle vicende e nelle posizioni fiscali altrui (come accade in caso di fusioni e scissioni). Diversamente, in presenza di operazioni quali il conferimento di azienda o l’affitto di azienda, alla stessa stregua dell’acquisto, ove esse rappresentino fenomeni di riorganizzazione realizzate all’interno del gruppo societario, la media storica va implementata con i dati rilevanti dei soggetti danti causa. È questo, in sintesi, il contenuto della risposta a interpello (prot. 909-638/2018) resa nelle scorse settimane dalla Dre Emilia-Romagna, ove vengono richiamate e precisate le affermazioni contenute nella circolare n. 10/E/2018. La conclusione è sicuramente utile per le aziende interessate, anche con riferimento alle spese che verranno sostenute nel 2019, in vigenza dalle modifiche alle regole generali sul credito d’imposta contenute nella bozza di legge di Bilancio 2019 in discussione in Parlamento.

Nel caso in esame, la società istante aveva acquistato una azienda da un fallimento nel corso del 2014 e si chiedeva se i dati della cedente per il periodo ante acquisizione concorressero alla determinazione della media sui cui si basa il calcolo incrementale del credito d’imposta, come previsto dall’articolo 5, comma 2, del Dm 27 maggio 2015. I meccanismi di calcolo del credito d’imposta in presenza di operazioni straordinarie sono stato chiariti dall’agenzia delle Entrate con circolare n. 10/E/2018, che ha diviso, sostanzialmente, le varie operazioni in due gruppi:

quelle (come la fusione e la scissione) caratterizzate da una sostanziale continuità nelle vicende giuridiche e nelle posizioni fiscali delle società incorporate (o fuse) e scisse, in cui i dati di queste ultime devono essere trasferite nella media storica di riferimento delle società incorporanti (o risultanti) e delle beneficiarie;

quelle (come la cessione di azienda, il conferimento e l’affitto di azienda) in cui tale continuità sostanziale generalmente non si ravvisa, per cui non si verifica neppure il trasferimento dei dati storici, peraltro di assai difficile ricostruzione senza un obbligo preciso di informazione da parte del soggetto dante causa.

Quest’ultima conclusione, tuttavia, va rivista nel caso in cui tali operazioni avvengano all’interno di un gruppo, ossia nell’ambito del medesimo soggetto economico, nel qual caso «sulla base di valutazioni di ordine sistematico ed equitativo» si deve giungere alle stesse conclusioni previste per fusioni e scissioni.

Richiamando questi concetti, la Dre Emilia-Romagna, esaminando il caso di cui all’interpello, conclude nel senso che la società acquirente non deve ereditare i dati dei costi di ricerca sostenuti dall’azienda acquistata nel periodo di riferimento (2012-2014, sino alla cessione), poiché «il cambiamento del soggetto economico conseguente alla cessione determina una discontinuità nell’attività di ricerca precedentemente svolta». Nell’istanza, infatti, era stato precisato che la società acquirente e la fallita erano sempre state parti indipendenti, non avendo mai fatto parte dello stesso gruppo societario, né essendo state interessate da rapporto di partecipazione reciproca, di controllo o di collegamento ex articolo 2359 del Codice civile o di correlazione. Il che, quindi, rende tutto più semplice.

Fonte “Il sole 24 ore”

Tutti i bandi per i finanziamenti a misura d’impresa e di professionista

Dall’Europa alle Regioni passando per grandi temi di interesse nazionale. Sul Quotidiano del Fisco una rubrica mensile che raccoglie i bandi e le «call» europee di maggiore interesse per imprese e professionisti. Un’opportunità per finanziare idee e progetti, sostenere la formazione professionale, avviare startup, entrare nell’orbita di partnership su scala europea. Insomma, crescere. Ecco quindi la rassegna mensile delle opportunità più interessanti, a misura di impresa e di professionista.

EUROPA

Horizon/1 – Dallo Sme Instrument 480 milioni per la ricerca e l’innovazione
Con un budget che sfiora i 480 milioni di euro nel solo 2018, Sme Instrument, la costola di Horizon dedicata agli incentivi per le piccole e medie imprese, ha lanciato una call (Eic-Smeinst-2018-2020), in due fasi, per sviluppare nuove idee di business e testare la fattibilità tecnica e il potenziale commerciale di un’innovazione traducendola in un business plan (ovvero gli studi di fattibilità previsti nella fase 1 della call che distribuiranno 50mila euro a singolo progetto della durata di 6 mesi ). Inoltre la call eroga contributi per trasformare la propria idea di business in un prodotto pronto per il mercato: le attività possono includere, per esempio, la messa a punto di prototipi, test, collaudi e proiezioni di mercato (fase 2 della call). Si può presentare domanda anche per una sola delle due fasi. Le call prevedono diversi cut-off (finestre per la presentazione delle candidature): si va da febbraio 2018 a novembre 2020 per la fase 1 e da gennaio 2018 a ottobre 2020 per la fase due.
Qui le altre informazioni.

Horizon/2 – Fast Track to Innovation, 100 milioni per le partnership
Vale 100 milioni la call di Fast Track to Innovation lanciata nell’ambito di Horizon 2020. La call è indirizzata alla ricerca di uno o più partner per accelerare il lancio sul mercato di un prodotto innovativo industriale in un massimo di tre anni. Si tratta di uno strumento che permette di ottenere fondi in uno schema aperto e accessibile per far crescere le idee elaborate dai consorzi di innovatori di tutti i tipi e dimensioni in tutta Europa. Nella partnership è obbligatorio inserire un socio industriale. Possono partecipare anche le università e i centri di ricerca. Tetto massimo per singolo progetto: 3 milioni di euro. Le domande possono essere inviate nelle diverse finestre aperte nel biennio (cut-off): si va da febbraio 2018 a ottobre 2020.
Qui le altre informazioni.

Horizon/3 – Via a 115 milioni per la digitalizzazione dell’industria Ue
Con una call da 115 milioni di euro lanciata il 31 ottobre scorso (H2020-DT-2018-2020), il programma Horizon 2020 punta alla digitalizzazione del sistema industriale europeo. L’invito a presentare proposte che si articola in quattro azioni tutte in scadenza il 17 aprile 2018, finanzia i progetti per la creazione di hubs di innovazione digitale, piattaforme digitali e prototipi sperimentali su larga scala: due leve sulle quali la Ue sta puntando per facilitare l’accesso all’innovazione digitale delle imprese europee così da migliorarne la competitività, i processi di produzione e i servizi. Tra i requisiti necessari per partecipare alla call, anche la destinazione di almeno il 50% del budget dell’investimento iniziale a favore delle piccole e medie imprese. Le quattro azioni della call sono «single-stage» e quindi a scadenza unica.
Qui maggiori dettagli sulla call.

Cosme/1 – Partenariati strategici nella specializzazione intelligente
È già aperta e funzionante a tutti gli effetti la call (COS-2017-3-02 ) per lo sviluppo di partenariati strategici europei di cluster per investimenti nel settore della specializzazione intelligente. Si tratta di un invito del valore di 2,8 milioni di euro per la composizione di partenariati tra organizzazioni di cluster, altre organizzazioni di reti di imprese, centri tecnologici e parchi scientifici: il tutto per promuovere collaborazioni interregionali e attività di innovazione tra gruppi di piccole e medie imprese in aree tematiche specifiche e industrie correlate.«L’obiettivo di questo invito a presentare proposte – spiega Cosme nella presentazione della call – non è quello di sostenere l’internazionalizzazione delle Pmi con partner strategici in paesi terzi al di fuori dell’Europa, ma di sostenere la cooperazione interregionale a favore delle Pmi, i loro progetti di investimento su scala e comuni in Europa». La sovvenzione massima per progetto sarà di 350.000 euro, Easme – l’agenzia europea che gestisce la call – prevede di finanziare otto proposte. La sovvenzione è limitata a un tasso massimo di rimborso del 75% dei costi ammissibili.
Qui tutte le informazioni.


REGIONI

Il Piemonte finanzia le imprese agricole contro le calamità naturali
Il bando, lanciato con decreto dirigenziale 9 novembre 2017, n. 1118 (Bur 23 novembre 2017 n. 47) finanzia le aziende agricole per l’acquisto di reti antigrandine a protezione delle coltivazioni.
Beneficiari sono agricoltori e imprese agricole piemontesi.
Le risorse a valere sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020 ammontano a 4 milioni di euro. Ogni beneficiario può presentate più domande di aiuto, una per ogni intervento riferita a specifici impianti di protezione con reti antigrandine.
Ogni impianto di protezione deve essere riferito a uno specifico prodotto la cui coltivazione è in essere al momento della presentazione della domanda.
Le spese possono coprire l’acquisto e l’installazione delle reti antigrandine.
La domanda di sostegno può essere presentata fino al 23 marzo 2018.
La domanda va presentata esclusivamente in formato digitale attraverso il servizio “Psr 2014-2020”, pubblicato su questo portale , nella sezione “agricoltura”.
Qui tutte le informazioni.

Liguria/1 – Incentivi alle strutture ricettive all’aria aperta
La Regione con la deliberazione del 17 novembre 2017 n. 927 ha lanciato un nuovo bando per aiutare la ricettività turistica ligure dopo quello dedicato agli alberghi.
Beneficiari sono piccole, micro e medie imprese che esercitano attività ricettiva all’aria aperta (campeggi, villaggi turistici e parchi per vacanze).
Il budget è di 1 milione di euro (800.000 destinati alla riqualificazione di strutture ricettive esistenti, 200.000 per nuove strutture ricettive).
Tra le spese ammissibili rientrano quelle di progettazione lavori, esecuzione di opere murarie, acquisto di macchinari e attrezzature, nonché quelle destinate al miglioramento dell’efficienza energetica.
L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato per un ammontare non inferiore a 20.000 euro e non superiore a 90.000 euro.
È possibile presentare domanda fino al 20 aprile 2018. Le domande di ammissione all’agevolazione, vanno inoltrate esclusivamente tramite il sistema “bandi on line” .
Qui tutte le informazioni.

Liguria/2 – Via al bando 2017 per le piccole e medie imprese turistiche
A partire dal 30 novembre 2017 le imprese turistiche della Liguria potranno accedere ai finanziamenti del bando approvato con deliberazione n. 661/2017.
La dotazione del bando è di 6 milioni di euro cui aggiungere 6 milioni di euro di cofinanziamento bancario. Ammessi a finanziamento sono Piani di riqualificazione dell’offerta turistica ligure finalizzati allo sviluppo e competitività delle strutture ricettive alberghiere proposti da micro, piccole e medie imprese.
Il finanziamento, a sostegno del Piano di riqualificazione ha natura ipotecaria ed è concedibile per un ammontare non inferiore ad 150.000 euro e non superiore a 800.000 euro fino al 100% del Piano di riqualificazione stesso.
Le spese ammissibili sono quelle funzionali allo sviluppo ed alla competitività delle strutture ricettive (progettazione lavori, opere murarie, acquisto di macchinari e impianti, introduzione sistemi di qualità e adesione a sistemi di certificazione ambientale quali Iso, Emas, Ecolabel). Una quota del 50% del finanziamento è concessa a valere su fondi privati messi a disposizione da una Banca convenzionata e una quota del 50% dello stesso è concessa da Filse (Finanziaria ligure per lo sviluppo economico) a valere su fondi regionali.
Le domande vanno inoltrate esclusivamente utilizzando ilsistema «bandi on line» fino al 20 marzo 2018 unitamente alla copia della richiesta di finanziamento alla Banca convenzionata.
Qui le altre informazioni.

Veneto/1, premi per l’efficientamento energetico delle Pmi
Dalla Regione Veneto arriva il sostegno all’efficientamento energetico delle piccole e medie imprese. Il bando, approvato con Dgr 12 ottobre 2017, n. 1630 stanzia 6 milioni di euro.
L’incentivo è nella forma del contributo a fondo perduto e beneficiarie sono le micro, piccole e medie imprese del Veneto. È ammessa una sola domanda di contributo.
Sono ammessi progetti coerenti col Piano energetico regionale e finalizzati al contenimento della spesa energetica, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e alla valorizzazione delle fonti rinnovabili secondo le opportunità di risparmio energetico individuate e quantificate dalla diagnosi energetica effettuata dall’impresa.
Il contributo a fondo perduto è pari al 30% della spesa ammissibile
Le domande vanno presentate per via telematica usando il Sistema informativo unificato della Programmazione unitaria (Siu) della Regione.
Qui tutte le informazioni sul bando.

Veneto/2, finanziamenti per le imprese culturali
C’è ancora tempo per partecipare al bando di sostegno all’avvio, insediamento e sviluppo di imprese culturali, creative che producono e distribuiscono beni o servizi nell’ambito delle arti dello spettacolo, delle arti visive, del patrimonio culturale, dell’audiovisivo, dei video giochi, dei nuovi media, della musica e dell’editoria.
Il bando approvato con Dgr 2083/2017 stanzia 1.262.667,84 a valere sul Por Fesr 2014-2020 – Asse 3 Competitività dei sistemi produttivi. Soggetti beneficiari sono le micro e piccole e medie imprese del Veneto. Sono ammissibili i progetti di supporto all’avvio, insediamento e sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali in grado di promuovere ricambio e diversificazione nel sistema produttivo, oltre a generare nuove opportunità occupazionali.
Sono ammissibili spese per beni materiali e immateriali (come acquisto di hardware, attrezzature ed arredi nuovi di fabbrica; progettazione, direzioni lavori e collaudo connesse alle opere edili/murarie; spese di costituzione della società o dell’associazione di professionisti; consulenze specialistiche; opere edili/murarie e di impiantistica; programmi informatici; promozione dell’impresa; locazione o affitto di immobili).
L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 70% delle spese ammissibili nel limite massimo di 140.000 euro corrispondenti ad una spesa rendicontata ammissibile pari o superiore a 200.000 euro. Il limite minimo di spese ammissibili è 14.000 euro (spesa rendicontata ammissibile pari a 20.000 euro).
Domande fino alle ore 18 del 12 marzo 2018 esclusivamente per via telematica, attraverso il Sistema informativo unificato della programmazione unitaria (Siu) della Regione. Valutazione con procedimento a graduatoria.
Qui tutte le informazioni sul sito della Regione alla pagina

Lombardia/1 – Fondi per il sostegno della biodiversità
La Lombardia con decreto 5 dicembre 2017, n. 15480 (Bur 14 dicembre 2017, n. 50), ha approvato le disposizioni attuative per la presentazione delle domande relative a investimenti non produttivi finalizzati prioritariamente alla conservazione della biodiversità e finalizzati prioritariamente alla miglior gestione delle risorse idriche.
Si tratta di due misure diverse rivolte agli stessi soggetti: imprenditori agricoli individuali o società agricole di persone, capitali o cooperative; persone giuridiche di diritto privato gestori del territorio.
Per la conservazione della biodiversità sono stanziati € 1.500.000, per la migliore gestione delle risorse idriche il budget è di 4.500.000 di euro
Per la conservazione della biodiversità sono finanziati interventi come la costituzione di strutture vegetali lineari, come siepi e filari, composti da specie autoctone, che aumentano la complessità dell’ecosistema, arricchiscono e diversificano il paesaggio rurale, potenziano le reti ecologiche e creano luoghi di rifugio e riproduzione della fauna selvatica, svolgendo un’importante azione di salvaguardia della biodiversità animale e vegetale.
Per la migliore gestione delle risorse idriche vengono finanziati interventi quali la costituzione di fasce tampone boscate, il ripristino della funzionalità dei fontanili, la realizzazione di zone umide e di pozze e altre strutture di abbeverata.
L’agevolazione, nella forma del contributo in conto capitale è pari al 100% della spesa ammessa a contributo. L’importo massimo di spesa ammessa per ciascuna domanda è fissato in 100.000 euro. Domande fino al 16 aprile 2018.
La domanda va presentata esclusivamente per via telematica tramite la compilazione della domanda informatizzata presente nel Sistema Informatico delle Conoscenze della Regione Lombardia (Sis.Co.) entro il termine di chiusura del bando, previa apertura e aggiornamento del fascicolo aziendale informatizzato completo di indirizzo Pec, codice Iban e partita Iva. Selezione attraverso procedura valutativa a graduatoria.
Qui tutte le informazioni.

Lombardia/2 – Aiuti agli studi con il «bollino» di qualità
Via allo sportello della linea Intraprendo che riapre i battenti con una dotazione di 7 milioni di euro. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto e prestiti a tasso zero che la Regione Lombardia insieme a Finlombarda concedereranno a sostegno di imprese e professionisti, in particolare giovani e over 50, che abbiano ottenuto una dichiarazione di qualità del progetto da parte di istituzioni pubbliche o privati. Domande solo per via telematica attraverso alla piattaforma Siage.
Qui le altre informazioni.

Toscana/1 – Voucher per imprenditori over e under 40
Mezzo milione di euro per i professionisti che abbiano compiuto 40 anni: la Regione Toscana ne sostiene la competitività professionale, attraverso percorsi formativi specifici e altamente qualificati: un’opportunità acquisire competenze specialistiche necessarie alla riqualificazione e alla permanenza nel mondo del lavoro. Il contributo minimo è di duecento euro ma si può arrivare fino a tremila: sarà concesso al beneficiario del voucher o, tramite delega, all’ente che organizza il corso. Possono farne richiesta i lavoratori autonomi di tipo intellettuale, chi è iscritto all’albo di un ordine, di un collegio o di una associazione professionale, oppure chi è iscritto alla gestione separata Inps, purché residenti o domiciliati in Toscana, in possesso di partita Iva. Domande online (a scadenze trimestrali) entro 30 aprile, 31 luglio e 31 ottobre.
Ammontano a circa 929.000 euro le risorse per giovani professionisti e imprenditori fino a quaranta anni, previste dal bando che scade il 3 aprile: l’obiettivo è favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (settoriali e di grandi aziende) con azioni di formazione continua, anche per sostenere l’adattabilità delle imprese (e per favorire passaggi generazionali). Il contributo regionale concesso è di 3.000 euro a beneficiario. L’intervento è cofinanziato dal Programma operativo regionale (Por) del Fondo sociale europeo (Fse) 2014-2020, dalle risorse finanziarie stanziate sull’asse A “Occupazione”.
Qui tutte le informazioni per i professionisti over 40
Qui tutte le informazioni per i professionisti under 40

Toscana/2 – Finanziamenti a tasso zero per le startup
C’è ancora tempo per presentare le domande finanziamenti a tasso zero per startup e nuove imprese lanciate dalla Regione Toscana con il bando approvato con decreto dirigenziale 31 agosto 2017, n. 12603. Il budget iniziale è di 16 milioni di euro.
Possono presentare domanda le micro e piccole imprese, nonché i liberi professionisti in quanto in Toscana equiparati alle imprese (Dgr n. 240/2017) la cui costituzione è avvenuta nei due anni precedenti la presentazione della domanda; oppure le persone fisiche intenzionate ad avviare entro 6 mesi dalla data di presentazione della domanda una micro o piccola impresa o un’attività di libero professionista.
L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato a tasso zero, nella misura del 70% del costo totale ammissibile, comunque di importo non superiore a 24.500 euro. La durata del finanziamento è di 7 anni (84 mesi di cui 18 di preammortamento).
Il costo totale ammissibile del progetto presentato non deve essere inferiore a 8.000 euro e superiore a 35.000 euro.
Le domande possono essere presentate fino ad esaurimento risorse esclusivamente per via telematica accedendo a questo sito web , previa registrazione account alla piattaforma.
Qui le altre informazioni.

Toscana/3, ultima occasione per la formazione dei manager
Ultima scadenza per i manager delle aziende toscane per l’accesso ai voucher formativi nell’ambito dell’Industria 4.0. Il budget dell’avviso, lanciato per la sua prima tranche di contributi ad aprile 2017, è di 500.000 euro.
Possono presentare domanda di richiesta dei voucher manager delle imprese private, o a prevalente capitale privato, cioè dirigenti/quadri d’azienda secondo il Ccnl di riferimento che svolgono funzioni apicali, in servizio presso unità produttive ubicate sul territorio regionale della Toscana
I voucher sono utilizzati per la partecipazione a percorsi formativi tesi a rafforzare e aggiornare le competenze nell’ambito Industria 4.0. In particolare corsi che forniscano una visione ampia e strategica del ruolo delle tecnologie digitali nelle imprese, corsi che forniscono una panoramica sulle principali tecnologie digitali e soluzioni applicative, corsi che consentono la definizione di strategie l’avvio di un processo di digitalizzazione dell’impresa.
L’importo massimo del voucher individuale è di 2.500 euro, Iva inclusa. Il costo minimo del percorso formativo oggetto del voucher deve essere di almeno 200 euro Iva esclusa; non saranno concessi voucher per corsi di formazione di costo inferiore.
Nel periodo di validità dell’avviso, il richiedente potrà beneficiare di un solo voucher.
Possono beneficiare dei voucher solo i percorsi di formazione avviati successivamente alla data di scadenza della presentazione della domanda.
Sono ammissibili master universitari.
Domande fino al 30 marzo 2018 solo per via telematica utilizzando la piattaforma web.
Qui le altre informazioni

L’Umbria aiuta le startup innovative
È stato approvato con decreto 13 novembre 2017, n. 11805 il bando 2017 a sostegno delle nuove Pmi innovative che ha l’obiettivo di incentivare la creazione di startup innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e le iniziative di spin-off della ricerca ai fini della valorizzazione economica dei risultati della ricerca e/o dello sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi ad alto contenuto innovativo. Le risorse, a valere sul Por Fesr 2014-2020, ammontano a 1.300.000 euro. In particolare in linea con la Strategia di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente, il bando promuove e sostiene nuova imprenditorialità basata sulla conoscenza orientata ai mercati internazionali. L’intenzione è di contribuire a favorire l’aumento di una cultura imprenditoriale, con particolare riguardo ai settori knowledge intensive e a conferire una maggiore attrattività a talenti e professionalità qualificate. I progetti presentati dalle imprese devono andare in questa direzione. L’ammontare complessivo delle spese ammissibili non può essere inferiore a 30.000 né superiore a 500.000 euro.
Le richieste di agevolazione dovranno essere compilate e presentate alla Regione Umbria esclusivamente mediante piattaforma informatica.
Domande fino al 29 giugno 2018.
Qui le altre informazioni.

Marche, aiuti alle Pmi per commercilizzare i progetti di R&S
Supportare l’ingegnerizzazione e l’industrializzazione dei risultati della ricerca e dello sviluppo sperimentale delle piccole imprese è lo scopo del bando lanciato dalla Regione Marche. Le risorse, a valere sul Programma operativo regionale (Por) Marche – Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2014-2020 sono pari a 9.000.000 di euro.
Beneficiari sono le micro, piccole e medie imprese in forma singola o associata.
Le attività finanziabili sono programmi di investimento diretti a realizzare progetti di ricerca che innovino prodotti e/o processi produttivi, che possano portare vantaggi competitivi.
Il bando è diretto anche a supportare le imprese dalla fase della ingegnerizzazione dei prodotti fino alla fase di commercializzazione del prodotto sul mercato riducendo il potenziale divario tra produzione di conoscenze e successiva commercializzazione, con particolare riferimento alla verifica delle performance del prodotto/processo (test/prove/linee pilota), alla ottimizzazione dei costi di produzione e dei costi di trasporto, al miglioramento degli aspetti organizzativi e della logistica, alla riduzione del time to market, alla individuazione dei servizi aggiuntivi da offrire al consumatore finale, fino alla promozione del nuovo prodotto sui mercati di riferimento, sia nazionali che internazionali.
Le imprese devono dimostrare che i programmi di investimento rientrano all’interno di almeno uno degli ambiti tecnologici definiti dalla Strategia di specializzazione intelligente: domotica, meccatronica, manifattura sostenibile, salute e benessere.
Il costi ammissibili non devono essere inferiori a 150.000 di euro e superiori a 800.000 euro. Per i progetti presentati da imprese in forma associata, il costo totale ammissibile non deve essere superiore a 1.500.000 di euro fino al un massimo di 500.000 euro per singola impresa.
L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale dal 10% al 50% delle spese ammissibili (a seconda della tipologia di spesa, più basso l’aiuto per gli investimenti materiali, più alto quello per consulenze, personale, partecipazione alle fiere).
Domande esclusivamente on line a partire dal 12 marzo ed entro, e non oltre, il 16 aprile 2018 (ore 13).
Qui tutte le informazioni sul sito della Regione all’indirizzo

Lazio/1 – Dieci milioni per l’economia circolare e l’energia rinnovabile
La Regione Lazio spinge sull’economia circolare e sullo sviluppo delle energia rinnovabili rafforzando la competitività delle piccole e medie imprese. Approvato con determinazione 15 dicembre 2017, n. G17436 (supplemento n. 1 al Bur 19 dicembre 2017, n. 101) il bando stanzia 10 milioni di euro a valere sul Por Fesr 2014-2020.
Beneficiarie sono le micro e piccole imprese o le grandi imprese (queste ultime solo per le attività di ricerca e sviluppo).
Nell’ambito della “circular economy” sono finanziate innovazioni di prodotto e di processo che portino a un utilizzo efficiente delle risorse e un trattamento e trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali, oppure sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua o ancora nuovi modelli di packaging che prevedano l’utilizzo anche di materiali recuperati.
Nell’ambito dell’energia sono finanziate iniziative che prevedano sistemi innovativi e più performanti per la generazione di energia da fonti rinnovabili o innovazioni tecnologiche in ambito “smart grid”. L’incentivo è concesso nella forma di contributo a fondo perduto e finanzia una percentuale delle spese ammissibili variabile a seconda del tipo di iniziativa e della dimensione dell’impresa (le piccole imprese sono avvantaggiate).
La presentazione delle richieste avviene con procedura “a sportello”.
Le richieste di accesso all’agevolazione possono essere presentate esclusivamente per via telematica compilando il Formulario disponibile on-line nella
piattaforma GeCoWEB.
Domande fino alle ore 12 del 10 aprile o fino a esaurimento risorse.
Maggiori informazioni sul sito di Lazio Innova.

Lazio/2 – Incentivi per la sostituzione delle caldaie a biomassa
Imprese e privati cittadini del Lazio possono beneficiare del bando diretto alla sostituzione delle caldaie a biomassa legnosa. La dotazione finanziaria ammonta a 4.850.000 euro.
Gli interventi finanziabili dal bando sono di due tipi: la rottamazione e la sostituzione di vecchi generatori di calore alimentati a biomasse legnose, con generatori di calore alimentati a biomasse legnose a basse emissioni ed alto rendimento o alimentati a gas (metano, Gpl), anche integrati con pannelli o collettori solari termici; oppure l’installazione di elettrofiltri finalizzata alla riduzione delle emissioni di particolato sottile degli impianti a biomasse legnose.
Per ciascuna unità immobiliare è possibile sovvenzionare un intervento composto da una o entrambe le tipologie. Il costo del singolo intervento ammissibile non potrà comunque superare 10.000 euro per la sostituzione della caldaia e 2.000 euro per la installazione di elettrofiltri.L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 60% delle spese ammesse ed effettivamente sostenute per l’intervento.
Le domande vanno presentate solo per via telematica compilando il formulario disponibile online sulla piattaforma Gecoweb , e quindi inviando la domanda e gli allegati richiesti via Pec (posta elettronica certificata) seguendo la procedura descritta nel bando.
Qui le altre informazioni.

Lazio/3 – Garanzia Equity per aumenti di capitale sociale
Disponibili 9,6 milioni di euro per la concessione di una garanzia gratuita su aumenti di capitale sociale effettuati da vecchi e nuovi soci della Pmi, a copertura parziale (50%) del rischio. Destinatari: Pmi che presentino al momento della domanda almeno due bilanci regolarmente approvati.
Qui le altre informazioni.

Abruzzo/1 – Via ai percorsi di alta formazione
Fino al 16 marzo gli universitari abruzzesi intenzionati a collocarsi su un mercato del lavoro altamente professionale possono partecipare al nuovo bando Voucher Alta Formazione. La dotazione finanziaria è di 1,5 milioni di euro, per università, alta formazione in Italia e alta formazione all’estero. È prevista la copertura delle spese per l’anno accademico 2017/2018. Da quest’anno possono partecipare anche gli studenti con età superiore a 35 anni, sebbene sia previsto un criterio di premialità per gli studenti di età inferiore. Nuovo il criterio per la liquidazione del voucher: il raggiungimento del successo formativo. Per ottenere il rimborso è infatti richiesto che gli studenti o gli iscritti ai corsi post universitari ottengano qualifiche o svolgano esami nei tempi definiti. Nel bando è contenuta una tabella che indica i criteri minimi da raggiungere.
Qui tutte le informazioni

Campania, contratti di sviluppo per 325 milioni
Disponibili 325 milioni di euro immediatamente finanziabili per favorire l’attrazione di nuovi investimenti a sostegno di programmi già avviati nei settori dei trasporti, dell’aerospazio, dell’agroalimentare, dell’innovazione e del turismo. Le agevolazioni – contratti di sviluppo (legge 6 agosto 2008, n.133) – sono il frutto di un accordo siglato tra Ministero per lo Sviluppo Economico, la Regione Campania e Invitalia (soggetto attuatore). L’investimento complessivo minimo richiesto è di 20 milioni di euro. Per le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, si riduce a 7,5 milioni di euro. Le procedure prevedono da un anno una Fast Track, che consente di ridurre i tempi per ottenere le agevolazioni, stabilendo l’avvio del programma di sviluppo entro 6 mesi dalla determina e il completamento degli investimenti entro 36 mesi. Per le domande di accesso è necessario registrarsi sulla piattaforma dedicata ai servizi online di Invitalia , deve essere regolarmente costituito e iscritto nel Registro delle imprese.

La Basilicata finanzia industria 4.0
Il bando della Regione lanciato con Dgr 21 dicembre 2017, n. 1407 (Bur 1 gennaio 2018, n. 1) e chiamato “Industria 4.0 – Impresa 4.0 agevolazioni per
l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie abilitanti” incentiva gli investimenti ad alta intensità di conoscenza e i cicli d’innovazione rapidi su tecnologie abilitanti (Key Enabling Tecnologies – KETs). La finalità è rilanciare la competitività del sistema lucano in raccordo con gli obiettivi nazionali del Piano Industria 4.0. La misura, per la quale è stanziato un budget di 7.760.000 euro.
Beneficiarie sono tutte le imprese regionali, grandi medie e piccole, con un regime di favore per queste ultime. In particolare si possono chiedere contributi per ottimizzare i processi produttivi; supportare i processi di automazione industriale e sistemi di interconnessione; acquisire servizi di innovazione specialistica e di trasferimento tecnologico all’industria 4.0; sviluppare tecnologie di produzione anche con nuovi materiali a tecnologie avanzate.
Il programma di investimento è articolato in due tipologie di progetti:
1. progetto d’investimenti innovativi finalizzati all’introduzione e allo sviluppo delle tecnologie abilitanti (KETs) dell’industria 4.0;
2. progetto di trasferimento e know-how tecnologico, attraverso servizi altamente qualificati di consulenza tecnico scientifica a sostegno dell’innovazione. L’aiuto, concesso nella forma di contributo in conto impianti non potrà superare i 500.000 euro e l’intensità di aiuto in equivalente sovvenzione lordo (ESL) va dal 50% al 25% con percentuali maggiori per le piccole imprese. Domande fino al 15 aprile 2018 per via telematica attraverso la piattaforma “centrale bandi” sul sito della Regione.
Qui tutte le informazioni

Calabria/1 – Ai Poli di innovazione 32,6 milioni di euro
La Regione Calabria avvicinare il sistema produttivo e il mondo della ricerca con un bando a sostegno delle attività dei Poli di Innovazione e della valorizzazione delle infrastrutture di ricerca territoriali: 32,6 milioni di euro il plafond delle risorse. Le selezioni e i finanziamenti riguardano i soggetti gestori dei Poli di innovazione, strutturati in forma di società consortile o di rete di impresa. Prevede forme di tutoraggio e accompagnamento delle imprese aderenti ai Poli (8, 640 milioni di euro, Azione 1.1.4), mentre per la valorizzazione delle infrastrutture territoriali punta alla realizzazione di nuovi centri di ricerca di interesse per il sistema delle imprese in grado di posizionarsi su circuiti internazionali e al consolidamento delle strutture dei laboratori, anche di nicchia, in risposta a specifiche esigenze del sistema produttivo regionale ed extra-regionale individuate nella Strategia di Specializzazione Intelligente (24 milioni euro, Azione 1.5.1). Per l’azione 1.1.4 la forma del contributo è in conto esercizio, nella misura massima del 50% delle spese ammissibili per un importo compreso in 1 milione e 80mila euro. Per la 1.5.1 il contributo è in conto capitale per il 65% delle spese ammissibili per importi entro i 3 milioni di euro. Domande a partire dall’11 febbraio.
Qui tutte le informazioni.

Calabria/2- Startup e spin-off in corsa per il bando da 10 milioni
Si rivolge a stratup e spin-off il bando pubblicato in Calabria (Burc n. 121 del 27 novembre 2017), per agevolare la nascita di nuove imprese sul territorio regionale. Prevede 10 milioni di euro divisi in 2 call da 5 milioni ciascuna, per il 2017 e il 2018. E due fasi di intervento: la prima di orientamento, formazione, affiancamento, tutoraggio. La seconda, di concessione di incentivi “de minimis” per l’avvio dell’attività imprenditoriale: sono destinati 3 milioni di euro alle start up, 2 milioni agli spin-off. L’intensità del contributo è del 70% delle spese ammissibili, entro il limite di 200mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari.
Qui tutte le informazioni.

Puglia/1 – Via a Tecnonidi, il fondo da 30 milioni di euro
TecnoNidi in Puglia offre un pacchetto di aiuti per start up tecnologiche o imprese con un’idea innovativa, con un fondo di 30 milioni di euro. Beneficiari, piccole imprese di nuova costituzione o operative da cinque anni al massimo che intendano avviare o sviluppare piani di investimento a contenuto tecnologico in una delle aree di innovazione (Manifattura sostenibile, Salute dell’uomo, Comunità digitali, creative e inclusive) o delle “tecnologie chiave” abilitanti individuate dalla Regione nel documento Smart Specialitation Strategy. Le agevolazioni (per importi compresi tra 25.000 e 350.000 euro) si riferiscono a un prestito rimborsabile e a una sovvenzione sia per gli investimenti sia per i costi di funzionamento.
Qui le altre informazioni.

Puglia/2 – Incentivi per rinnovabili e cogenerazione nelle Pmi
Un sostegno alle Pmi arriva dalla Regione Puglia col nuovo bando “Aiuti per la tutela dell’ambiente” lanciato da Puglia Sviluppo Spa.
Il bando stanzia 60 milioni di euro in favore delle microimprese, delle imprese di piccola dimensione e delle medie imprese che intendono realizzare una progetto di investimento finalizzato all’efficientamento energetico, alla cogenerazione ad alto rendimento e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
I progetti di investimento ammissibili devono prevedere una spesa non inferiore a euro 80.000,00 per unità locale e conseguire un risparmio di energia pari ad almeno il 10% dell’unità locale oggetto di investimento.
Al progetto di investimento vanno obbligatoriamente allegati una diagnosi energetica ex ante e un progetto di fattibilità tecnico-economica nonché una scheda tecnica riassuntiva dei parametri energetici del progetto di fattibilità tecnico economica proposto.
Le agevolazioni saranno calcolate, indipendentemente dall’ammontare del progetto ammissibile, sull’importo massimo di 4.000.000 di euro per le medie imprese e di 2.000.000 di euro per le piccole e micro imprese. La copertura finanziaria del piano di investimento finanziato dalla misura è prevista nelle seguenti percentuali:
– 30% mutuo a carico del Fondo efficientamento energetico mutui;
– 40% sovvenzione diretta;
– 30% mutuo a carico della banca finanziatrice.
Le imprese interessate possono presentare le domande di agevolazione al soggetto finanziatore convenzionato con Puglia sviluppo Spa o ad un Confidi. Maggiori informazioni sul sito di Sistema Puglia.

Sicilia/1 – Per gli ecosistemi forestali bando da 55 milioni
Copre il 100% delle spese ammissibili, fino a 200.000 euro per iniziative presentate da privati, fino a 500.000 per le domande presentate da privati associati o da comuni, il bando della Regione Sicilia «Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali» (misura 8.5 del Psr Sicilia 2014 2020): l’avviso – la cui dotazione complessiva è di 55 milioni di euro – si rivolge a proprietari, possessori e/o titolari pubblici o privati della gestione di superfici forestali, a loro associazioni. L’obiettivo è sostenere iniziative localizzate nelle aree classificate come bosco all’interno di Parchi e Riserve e delle Aree Rete Natura 2000, finalizzate al perseguimento di impegni di tutela ambientale, al miglioramento dell’efficienza ecologica degli ecosistemi forestali, alla mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Favorende anche gli investimenti volti all’offerta di servizi ecosistemici, alla valorizzazione in termini di pubblica utilità delle foreste e delle aree boschive. Domande di partecipazione fino al 13 settembre 2018.
Qui il testo del bando.

Sicilia/2 – Premiate le Pmi che guardano all’estero
Sulla Gazzetta siciliana del 12 gennaio 2018 è stato pubblicato il bando che reca incentivi alle Pmi per l’acquisto di servizi di supporto all’internazionalizzazione (decreto 21 dicembre 2017, n. 2925). Lo scopo è quello di agevolare l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese finanziando analisi di mercato, studi di fattibilità e business scouting sui Paesi esteri volte ad identificare e sviluppare un percorso d’internazionalizzazione per il proprio business.
La dotazione finanziaria del bando è di 16.013.724,00 euro e beneficiarie sono le piccole e medie imprese siciliane in forma singola o associata. Sono finanziati in particolare costi dei servizi di consulenza per l’internazionalizzazione prestati da consulenti esterni, nonché i costi per eventi internazionali e per attività funzionali allo sviluppo della dimensione internazionale della Pmi ovvero al lancio di prodotti.
Le agevolazioni sono concesse nella forma di contributo in conto capitale nella misura massima dell’80% dei costi ammissibili. Il contributo massimo concedibile non sarà superiore a 100.000 euro in caso di impresa singola e a 200.000 euro nel caso di progetto presentato in forma associata. Le prenotazioni per la presentazione delle domande dovrà essere effettuata nelportale delle agevolazioni fino alle 14 del 3 marzo. Le domande saranno esaminate con procedura valutativa a sportello.
Qui tutte le informazioni .

Sicilia/3, aiuti per la ristrutturazione delle imprese
Tempi strettissimi quelli fissati dalla Sicilia per gli aiuti alle imprese esistenti per progetti di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale.
La misura 3.1.1-3 «Aiuti alle imprese esistenti e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale» pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 9 febbraio 2018 e stanzia un budget di 30 milioni di euro.
Soggetti beneficiari sono le medie imprese, in forma singola o associata e le micro e piccole imprese, in forma singola o associata, costituite da almeno 5 anni o che siano costituite da meno di 5 anni ma abbiano distribuito utili.
L’aiuto consiste in un contributo a fondo perduto pari al 75% delle spese ammissibili per investimenti in attività materiali e/o immateriali, installare un nuovo stabilimento, ampliare uno stabilimento esistente, diversificare la produzione, ampliare prodotti e servizi, realizzare opere murarie.
Gli investimenti sono indirizzati, tra l’altro, a: ridurre gli impatti ambientali, ampliare la gamma di prodotti e servizi offerti focalizzandosi su quelli meno esposti alla concorrenza internazionale; adottare nuovi modelli di produzione o modelli imprenditoriali innovativi; orientare la produzione verso segmenti di più alta qualità; adottare nuovi modelli organizzativi, di gestione e controllo come i “modelli 231” sulla responsabilità amministrativa delle società per reato dei dipendenti o dei manager; migliorare i tempi di risposta e di soddisfacimento delle esigenze dei clienti; migliorare la sicurezza delle imprese.
Il costo totale ammissibile del progetto non deve essere inferiore a 30.000 euro e superiore a 250.000 euro. Le domande vanno presentate dalle ore 14 del 12 marzo 2018 fino alle ore 14 del 22 marzo 2018 avvalendosi del portale delle agevolazioni .
La procedura è valutativa a sportello, con valutazione delle domande in base ad un ordine cronologico di presentazione.

Sicilia/4, trenta milioni di euro per aiuti alle imprese
Trenta milioni di euro per il bando «Aiuti alle imprese esistenti e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale» (misura 3.1.1-3): così la Regione Sicilia sostiene medie, piccole e micro imprese attraverso incentivi diretti, finalizzati all’acquisizione di attivi materiali e immateriali per raggiungere un upgrade tecnologico nei settori produttivi tradizionali. Un’agevolazione con contributi in “de minimis” in scadenza, il 22 marzo. Per ciascun progetto approvato, il contributo a fondo perduto è del 75% dei costi ammissibili. Gli investimenti sono finalizzati all’installazione di un nuovo stabilimento, all’ampliamento di uno già esistente, alla diversificazione della produzione, all’aumento di prodotti e servizi, alla realizzazione di opere murarie.
Una commissione valuterà le domande di contributo sulla base dei criteri assegnati e secondo l’ordine cronologico di arrivo. Nello specifico sarà considerata la qualità della proposta progettuale (massimo 25 punti), l’effetto atteso sulla competitività dell’impresa (massimo 15 punti), la cantierabilità dell’iniziativa (possesso di tutte le autorizzazioni e pareri necessari, massimo 25 punti), la sua sostenibilità economico finanziaria (massimo 15 punti).
Qui tutte le informazioni.

Fonte “Il sole 24 ore”

In arrivo il Bonus pubblicità per startup e PMI. Previsti 62,5 milioni per il 2018

Tra le nuove misure della Legge di Bilancio 2018 arrivano le detrazioni fiscali per chi acquista spazi pubblicitari: 75% per tutti gli investimenti e 90% di detrazione se si tratta di microimprese, startup e Pmi innovative.

La pubblicità è l’anima del commercio, diceva Henry Ford. Ebbene anche il Governo la pensa allo stesso modo. Infatti per la prima volta nella legge di Bilancio di quest’ anno viene dato spazio al mondo della comunicazione con una importante novità, il riconoscimento di misure agevolative nei confronti di tutti coloro che investiranno in advertising in tv e radio, nonché su quotidiani e magazine cartacei e online.

Novità nella novità è che il bonus pubblicità non è rivolto solo agli investimenti pubblicitari del prossimo anno, ma anche a quelli effettuati tra il 24 giugno e il 31 dicembre 2017. E per questo intervallo di tempo l’ammontare totale detraibile ammonta a 20 milioni di euro.

Il “Rapporto sull’industria italiana dei quotidiani”

Il biennio 2015-2016 si è chiuso con un calo complessivo della diffusione dei quotidiani di poco inferiore al 20% con flessione accentuata nell’ultimo anno (-11,5% contro il -9% del 2015). Il Rapporto segnala che «i primi mesi del 2017 non sembrano discostarsi da questo trend». Non va meglio la raccolta pubblicitaria con un mercato che, se a livello generale si mostra in ripresa, ha dall’altra parte nella stampa cartacea un punto sul quale intervenire, visto che fra 2010 e 2017 il calo degli investimenti pubblicitari sul mezzo è stato di oltre il 50% «a un ritmo doppio rispetto al mercato. La profonda crisi che attraversa l’editoria impone cambiamenti importanti». Partendo da questo trend, il Governo ha approvato il decreto che contiene norme relative agli sgravi fiscali per quelle aziende che investono in pubblicità nel settore editoriale italiano (quotidiani e periodici, radio e tv locali, testate online). Il provvedimento mira principalmente a risollevare il settore che è in crisi da circa un decennio.

Il bonus pubblicità

Per chi effettua investimenti pubblicitari dal 24 giugno al 31 dicembre 2017 è previsto il bonus pubblicità. Si tratta di un credito di imposta da scontare sulle tasse che verranno corrisposte a luglio 2018. L’importo dello sconto è pari al 75% per tutti i contribuenti e al 90% per microimprese, pmi e start-up innovative. Il bonus vale sia per l’acquisto di spazi pubblicitari su testate giornalistiche di carta, sia su quelle online (che, a parità di prezzo, consentono una maggiore permanenza dell’inserzione). Questo significa che se un’azienda intende acquistare un trafiletto, una o più colonne o un’intera pagina su una rivista o un quotidiano, il 75% della spesa le sarà pagata dallo Stato. Per la piena operatività della norma agevolativa bisogna comunque aspettare il Decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) che dovrà stabilire modalità e criteri di attuazione, con particolare riguardo a tipologie di investimenti ammessi al beneficio.

Come funziona il bonus pubblicità?

Ad usufruire del bonus pubblicità sono tutti gli investimenti in campagne pubblicitarie aventi un importo maggiore di almeno l’1% rispetto a quanto investito per lo stesso settore nell’anno precedente i cosiddetti investimenti pubblicitari incrementali.

 Dove è possibile fare pubblicità?

Il bonus pubblicità opera su una larga scelta di opzioni: quotidiani e periodici (settimanali, mensili, trimestrali ecc.), riviste online e webzine, emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Si può trattare di testate giornalistiche nazionali, o locali.

 Chi può usufruire del bonus pubblicità?

A godere dello “sconto” per l’acquisto di campagne pubblicitarie sono:

  • Lavoratori autonomi e titolari di partita Iva;
  • Professionisti (sia iscritti che non iscritti ad albi, ruoli o collegi);
  • Imprese, di qualsiasi natura giuridica (ditte individuali, società, start-up innovative).

Si tratta di una grossa novità per le startup che, in questo modo, potranno utilizzare la leva dell’advertising non solo per farsi conoscere, ma anche per risparmiare una cospicua voce in budget.

Quali sono le spese che rientrano nel bonus?

A usufruire del bonus sono le spese pubblicitarie effettuate tra il 24 giugno 2017 e il 31 dicembre 2017. Residuano quindi ancora un paio mesi per poter rientrare nel beneficio fiscale. Gli investimenti devono però essere effettuati in misura maggiore dell’anno precedente pari ad almeno l’1%.

Dove presentare la domanda per il bonus?

La domanda per il bonus andrà presentata in via telematica (on line) al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri; le procedure di dettaglio per l’utilizzo del credito saranno stabilite dal DPCM attuativo in arrivo tra qualche settimana.

 

Voucher per la digitalizzazione delle Pmi

Cos’è
È una misura agevolativa per le micro, piccole e medie imprese che prevede un contributo, tramite concessione di un “voucher”, di importo non superiore a 10 mila euro, finalizzato all’adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico.
La disciplina attuativa della misura è stata adottata con il decreto interministeriale 23 settembre 2014.
Cosa finanzia
Il voucher è utilizzabile per l’acquisto di software, hardware e/o servizi specialistici che consentano di:
– migliorare l’efficienza aziendale;
– modernizzare l’organizzazione del lavoro, mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di –
flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
– sviluppare soluzioni di e-commerce;
– fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
– realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT.
Gli acquisti devono essere effettuati successivamente alla prenotazione del Voucher.

Come funziona
Con decreto direttoriale 24 ottobre 2017 sono state definite le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni. Le domande potranno essere presentate dalle imprese, esclusivamente tramite la procedura informatica che sarà resa disponibile in questa sezione, a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018. Già dal 15 gennaio 2018 sarà possibile accedere alla procedura informatica e compilare la domanda. Per l’accesso è richiesto il possesso della Carta nazionale dei servizi e di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la sua registrazione nel Registro delle imprese.

Entro 30 giorni dalla chiusura dello sportello il Ministero adotterà un provvedimento cumulativo di prenotazione del Voucher, su base regionale, contenente l’indicazione delle imprese e dell’importo dell’agevolazione prenotata.

Nel caso in cui l’importo complessivo dei Voucher concedibili sia superiore all’ammontare delle risorse disponibili (100 milioni di euro), il Ministero procede al riparto delle risorse in proporzione al fabbisogno derivante dalla concessione del Voucher da assegnare a ciascuna impresa beneficiaria. Tutte le imprese ammissibili alle agevolazioni concorrono al riparto, senza alcuna priorità connessa al momento della presentazione della domanda.

Ai fini dell’assegnazione definitiva e dell’erogazione del Voucher, l’impresa iscritta nel provvedimento cumulativo di prenotazione deve presentare, entro 30 giorni dalla data di ultimazione delle spese e sempre tramite l’apposita procedura informatica, la richiesta di erogazione, allegando, tra l’altro, i titoli di spesa.

Dopo aver effettuato le verifiche istruttorie previste, il Ministero determina con proprio provvedimento l’importo del Voucher da erogare in relazione ai titoli di spesa risultati ammissibili.

Finanziamenti a misura d’impresa e di professionista (regioni Puglia – Sicilia)

Puglia/1 – Via a Tecnonidi, il fondo da 30 milioni di euro
TecnoNidi in Puglia offre un pacchetto di aiuti per start up tecnologiche o imprese con un’idea innovativa, con un fondo di 30 milioni di euro. Beneficiari, piccole imprese di nuova costituzione o operative da cinque anni al massimo che intendano avviare o sviluppare piani di investimento a contenuto tecnologico in una delle aree di innovazione (Manifattura sostenibile, Salute dell’uomo, Comunità digitali, creative e inclusive) o delle “tecnologie chiave” abilitanti individuate dalla Regione nel documento Smart Specialitation Strategy. Le agevolazioni (per importi compresi tra 25.000 e 350.000 euro) si riferiscono a un prestito rimborsabile e a una sovvenzione sia per gli investimenti sia per i costi di funzionamento.
Puglia/2 – Incentivi per rinnovabili e cogenerazione nelle Pmi
Un sostegno alle Pmi arriva dalla Regione Puglia col nuovo bando “Aiuti per la tutela dell’ambiente” lanciato da Puglia Sviluppo Spa.
Il bando stanzia 60 milioni di euro in favore delle microimprese, delle imprese di piccola dimensione e delle medie imprese che intendono realizzare una progetto di investimento finalizzato all’efficientamento energetico, alla cogenerazione ad alto rendimento e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
I progetti di investimento ammissibili devono prevedere una spesa non inferiore a euro 80.000,00 per unità locale e conseguire un risparmio di energia pari ad almeno il 10% dell’unità locale oggetto di investimento.
Al progetto di investimento vanno obbligatoriamente allegati una diagnosi energetica ex ante e un progetto di fattibilità tecnico-economica nonché una scheda tecnica riassuntiva dei parametri energetici del progetto di fattibilità tecnico economica proposto.
Le agevolazioni saranno calcolate, indipendentemente dall’ammontare del progetto ammissibile, sull’importo massimo di € 4.000.000 per le medie imprese e di € 2.000.000 per le piccole e micro imprese. La copertura finanziaria del piano di investimento finanziato dalla misura è prevista nelle seguenti percentuali:
– 30% mutuo a carico del Fondo efficientamento energetico mutui;
– 40% sovvenzione diretta;
– 30% mutuo a carico della banca finanziatrice.
Le imprese interessate possono presentare le domande di agevolazione al soggetto finanziatore convenzionato con Puglia sviluppo Spa o ad un Confidi a partire dal 19 settembre 2017.
Maggiori informazioni sul sito di Sistema Puglia.
Sicilia/1 – La formazione dei professionisti guadagna tempo
Proroga al 20 dicembre per il bando da 3 milioni di euro che concede contributi per la formazione dei professionisti. Con decreto del dirigente generale del Dipartimento regionale dell’istruzione e della formazione professionale n. 8392 del 20 novembre 2017, è stata disposta la proroga di venti giorni del termine di presentazione delle istanze di partecipazione dell’avviso n. 16/2017 , «Azioni di rafforzamento per la formazione dei liberi professionisti lavoratori autonomi», con il quale viene fornito un sostegno alle esigenze di continuo e costante aggiornamento delle competenze dei liberi professionisti ed i lavoratori autonomi di tipo intellettuale. Sono ammissibili a finanziamento, tutti i percorsi di formazione finalizzati allo sviluppo professionale e culturale dei soggetti, in coerenza con le professionalità, le conoscenze e competenze già possedute.
Le domande dovranno essere inviate entro le ore 12 del 20 dicembre (e non più entro il 30 novembre ) tramite l’apposito sito di predisposizione della domanda.
Sicilia/2 – Contributi per le attività extra agricole
Arrivano dalla Sicilia contributi per lo sviluppo del turismo e delle attività extra agricole.
Il bando approvato con decreto 25 settembre 2017, n. 2743 stanzia 20 milioni di euro a valere sul Piano di sviluppo rurale 2014-2020 per gli interventi per il sostegno agli investimenti per la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole.
Beneficiari sono gli imprenditori agricoli e i coadiuvanti familiari, che diversificano la loro attività attraverso l’avvio di attività extra-agricola; le persone fisiche; le microimprese e le piccole imprese.
Sono finanziate attività di B&B; la valorizzazione di prodotti artigianali; gli interventi per creazione e lo sviluppo di attività commerciali; i servizi turistici, servizi ricreativi, di intrattenimento, servizi per l’integrazione sociale in genere, servizi di manutenzione ambientale, per la fruizione di aree naturali quali Natura 2000, Parchi o Riserve.
Per ogni progetto è previsto un contributo a fondo perduto pari al 75% dei costi ammissibili. I progetti dovranno avere un valore minimo di 30.000 euro e un massimo di 266 mila euro (la soglia del regime “de minimis”).
Le domande possono essere presentate dal 27 ottobre 2017 al 20 febbraio 2018 per via telematica attraverso il portale Sian Agea. La valutazione è a graduatoria secondo i punteggi stabiliti dal bando.
Qui tutte le informazioni.
Sicilia/3 – Fondi per l’efficientamento energetico delle Pmi
Con il decreto 31 ottobre 2017 la Sicilia ha aperto il bando di cofinanziamento col MiSe diretto all’erogazione di contributi alle Pmi per la realizzazione di diagnosi energetiche o l’adozione di sistemi di gestione dell’energia conformi alle norme Iso 50001.
Beneficiarie sono le piccole e medie imprese siciliane. Il budget è di 1.795.500 euro e l’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto. La misura finanzia il 50% delle spese ammissibili (entro un massimo di 5.000 euro) per ogni diagnosi energetica eseguita e il 50% delle spese ammissibili (non oltre 10.000 euro) per ogni adozione di un sistema di gestione dell’energia conforme alle Iso 50001 che sia comprensivo di diagnosi energetica.
La domanda può essere presentata a partire dal 9 dicembre 2017 alle ore 12,00 dell’8 gennaio 2018. La domanda di sostegno deve essere compilata e presentata all’indirizzo di posta elettronica: dipartimento.energia@certmail.regione.sicilia.it
Sicilia/4 – Per gli ecosistemi forestali bando da 55 milioni
Copre il 100% delle spese ammissibili, fino a 200.000 euro per iniziative presentate da privati, fino a 500.000 per le domande presentate da privati associati o da comuni, il bando della Regione Sicilia «Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali» (misura 8.5 del Psr Sicilia 2014 2020): l’avviso – la cui dotazione complessiva è di 55 milioni di euro – si rivolge a proprietari, possessori e/o titolari pubblici o privati della gestione di superfici forestali, a loro associazioni. L’obiettivo è sostenere iniziative localizzate nelle aree classificate come bosco all’interno di Parchi e Riserve e delle Aree Rete Natura 2000, finalizzate al perseguimento di impegni di tutela ambientale, al miglioramento dell’efficienza ecologica degli ecosistemi forestali, alla mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Favorende anche gli investimenti volti all’offerta di servizi ecosistemici, alla valorizzazione in termini di pubblica utilità delle foreste e delle aree boschive. Domande di partecipazione fino al 13 settembre 2018.

Finanziamenti a misura d’impresa e di professionista (regioni Toscana – Marche)

Toscana, finanziamenti a tasso zero per le startup
C’è ancora tempo per presentare le domande finanziamenti a tasso zero per startup e nuove imprese lanciate dalla Regione Toscana con il bando approvato con decreto dirigenziale 31 agosto 2017, n. 12603. Il budget iniziale è di 16 milioni di euro.
Possono presentare domanda le micro e piccole imprese, nonché i liberi professionisti in quanto in Toscana equiparati alle imprese (Dgr n. 240/2017) la cui costituzione è avvenuta nei due anni precedenti la presentazione della domanda; oppure le persone fisiche intenzionate ad avviare entro 6 mesi dalla data di presentazione della domanda una micro o piccola impresa o un’attività di libero professionista.
L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato a tasso zero, nella misura del 70% del costo totale ammissibile, comunque di importo non superiore a 24.500 euro. La durata del finanziamento è di 7 anni (84 mesi di cui 18 di preammortamento).
Il costo totale ammissibile del progetto presentato non deve essere inferiore a 8.000 euro e superiore a 35.000 euro.
Le domande possono essere presentate fino ad esaurimento risorse esclusivamente per via telematica accedendo a questo sito web , previa registrazione account alla piattaforma.
Qui le altre informazioni.
Le Marche a sostegno delle strutture ricettive innovative delle Pmi
Per effetto della proroga disposta dalla Regione, c’è tempo fino al 15 gennaio 2018 per accedere agli incentivi per il miglioramento della qualità, sostenibilità e innovazione tecnologica delle strutture ricettive.
Il bando ha un budget di circa 1,9 milioni e beneficiari sono micro, piccole e medie imprese delle Marche. L’obiettivo del bando è di incentivare progetti di riqualificazione di strutture ricettive esistenti e già operanti, attraverso interventi di ristrutturazione, straordinaria manutenzione, restauro e risanamento conservativo e di ampliamento delle stesse, purché finalizzati al miglioramento del livello di sostenibilità ambientale, dell’accessibilità, dell’innovazione tecnologica, all’adeguamento ed adesione ai disciplinari di prodotto.
Sono ammesse spese per realizzazione di opere edili, acquisto di attrezzature, macchinari e arredi.Il costo complessivo ammesso alle agevolazioni per la realizzazione del progetto non può essere inferiore a 50.000 euro. L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto in conto capitale sulla spesa ritenuta ammissibile, secondo una intensità di aiuto pari al massimo al 50% della spesa complessiva del progetto.
L’ammontare totale dell’agevolazione non può superare l’importo massimo di 200mila euro per ciascuna domanda. L’istanza di finanziamento, dovrà essere presentata tramite il sistema informatico della Regione entro il 15 gennaio 2018.

Finanziamenti a misura d’impresa e di professionista (regioni Campania – Calabria)

Campania, contratti di sviluppo per 325 milioni
Disponibili 325 milioni di euro immediatamente finanziabili per favorire l’attrazione di nuovi investimenti a sostegno di programmi già avviati nei settori dei trasporti, dell’aerospazio, dell’agroalimentare, dell’innovazione e del turismo. Le agevolazioni – contratti di sviluppo (legge 6 agosto 2008, n.133) – sono il frutto di un accordo siglato tra Ministero per lo Sviluppo Economico, la Regione Campania e Invitalia (soggetto attuatore). L’investimento complessivo minimo richiesto è di 20 milioni di euro. Per le attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, si riduce a 7,5 milioni di euro. Le procedure prevedono da un anno una Fast Track, che consente di ridurre i tempi per ottenere le agevolazioni, stabilendo l’avvio del programma di sviluppo entro 6 mesi dalla determina e il completamento degli investimenti entro 36 mesi. Per le domande di accesso è necessario registrarsi sulla piattaforma dedicata ai servizi online di Invitalia , deve essere regolarmente costituito e iscritto nel Registro delle imprese.
Calabria/1– Aiuti alle attività non agricole nelle aree rurali
Il bando della Regione, approvato con decreto 24 novembre 2017, n. 13066 stanzia aiuti all’avviamento per nuove attività non agricole nelle aree rurali.
La finalità del bando è rafforzare il sistema economico extra-agricolo all’interno delle aree rurali. Il budget a valere su risorse del Piano di sviluppo rurale della Regione Calabria è pari a 2.850.000 euro. I destinatari sono: agricoltori che avviano nuove attività extra agricole in aree rurali; persone fisiche che avviano nuove attività extra-agricole nelle zone rurali; microimprese e piccole imprese.
L’agevolazione è un «premio di start-up concesso al partecipante dietro presentazione di un piano di sviluppo che dovrà essere caratterizzato da un significativo contenuto tecnologico e innovativo, o mirato allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, o finalizzato alla valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata, o mirato allo sviluppo di servizi alla persona». Il premio allo start-up di impresa è fissato in 50.000 euro. Il bando stabilisce i criteri di valutazione e le modalità di formazione della graduatoria.
Domande entro il 31 gennaio 2018.

Calabria/2– Startup e spin-off in corsa per il bando da 10 milioni
Si rivolge a stratup e spin-off il bando pubblicato in Calabria (Burc n. 121 del 27 novembre 2017), per agevolare la nascita di nuove imprese sul territorio regionale. Prevede 10 milioni di euro divisi in 2 call da 5 milioni ciascuna, per il 2017 e il 2018. E due fasi di intervento: la prima di orientamento, formazione, affiancamento, tutoraggio. La seconda, di concessione di incentivi “de minimis” per l’avvio dell’attività imprenditoriale: sono destinati 3 milioni di euro alle start up, 2 milioni agli spin-off. L’intensità del contributo è del 70% delle spese ammissibili, entro il limite di 200mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari.

Finanziamento a misura d’impresa e di professionista (regioni Lazio – Umbria)

L’Umbria aiuta le startup innovative
È stato approvato con decreto 13 novembre 2017, n. 11805 il bando 2017 a sostegno delle nuove Pmi innovative che ha l’obiettivo di incentivare la creazione di startup innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e le iniziative di spin-off della ricerca ai fini della valorizzazione economica dei risultati della ricerca e/o dello sviluppo di nuovi prodotti, processi e servizi ad alto contenuto innovativo. Le risorse, a valere sul Por Fesr 2014-2020, ammontano a 1.300.000 euro. In particolare in linea con la Strategia di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente, il bando promuove e sostiene nuova imprenditorialità basata sulla conoscenza orientata ai mercati internazionali. L’intenzione è di contribuire a favorire l’aumento di una cultura imprenditoriale, con particolare riguardo ai settori knowledge intensive e a conferire una maggiore attrattività a talenti e professionalità qualificate. I progetti presentati dalle imprese devono andare in questa direzione. L’ammontare complessivo delle spese ammissibili non può essere inferiore a 30.000 né superiore a 500.000 euro.
Le richieste di agevolazione dovranno essere compilate e presentate alla Regione Umbria esclusivamente mediantepiattaforma informatica.
Domande fino al 29 giugno 2018.
Umbria, sostegno ai nuovi imprenditori
Il rilancio dell’occupazione giovanile è al centro del bando della Regione Umbria diretto a sostenere nuove iniziative imprenditoriali e lanciato con decreto dirigenziale 19 giugno 2017, n. 6155. La Regione stanzia 700.000,00 euro e beneficiari sono Pmi e giovani imprenditori tra i 18 e i 35 anni. I costi ammissibili coperti dal finanziamento sono quelli necessari ad avviare l’attività produttiva (costi per l’avvio dell’attività, per il primo anno di funzionamento, per locazioni di immobili, consulenze, nonché costi per acquisti di macchinari e attrezzature).
Il proponente dovrà allegare alla domanda un progetto di impresa redatto secondo uno schema che è allegato al bando. Domande fino al 2 gennaio 2018. La domanda e il progetto d’impresa possono essere presentati a mano o via raccomandata o via posta elettronica certificata all’indirizzo: direzionesviluppo.regione@postacert.umbria.it Valutazione a graduatoria secondo i punteggi stabiliti nel bando. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito della Regione.
Lazio/1– Incentivi per la sostituzione delle caldaie a biomassa
Imprese e privati cittadini del Lazio possono beneficiare del bando diretto alla sostituzione delle caldaie a biomassa legnosa. La dotazione finanziaria ammonta a 4.850.000 euro.
Gli interventi finanziabili dal bando sono di due tipi: la rottamazione e la sostituzione di vecchi generatori di calore alimentati a biomasse legnose, con generatori di calore alimentati a biomasse legnose a basse emissioni ed alto rendimento o alimentati a gas (metano, Gpl), anche integrati con pannelli o collettori solari termici; oppure l’installazione di elettrofiltri finalizzata alla riduzione delle emissioni di particolato sottile degli impianti a biomasse legnose.
Per ciascuna unità immobiliare è possibile sovvenzionare un intervento composto da una o entrambe le tipologie. Il costo del singolo intervento ammissibile non potrà comunque superare 10.000 euro per la sostituzione della caldaia e 2.000 euro per la installazione di elettrofiltri.L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 60% delle spese ammesse ed effettivamente sostenute per l’intervento.
Le domande vanno presentate solo per via telematica compilando il formulario disponibile online sulla piattaforma Gecoweb , e quindi inviando la domanda e gli allegati richiesti via Pec (posta elettronica certificata) seguendo la procedura descritta nel bando.
Qui le altre informazioni.
Lazio/2 – Garanzia Equity per aumenti di capitale sociale
Disponibili 9,6 milioni di euro per la concessione di una garanzia gratuita su aumenti di capitale sociale effettuati da vecchi e nuovi soci della Pmi, a copertura parziale (50%) del rischio. Destinatari: Pmi che presentino al momento della domanda almeno due bilanci regolarmente approvati.

Finanziamenti a misura d’impresa e di professionista (regioni Veneto – Lombardia)

Il Veneto premia l’efficientamento energetico delle Pmi
Dalla Regione Veneto arriva il sostegno all’efficientamento energetico delle piccole e medie imprese. Il bando, approvato con Dgr 12 ottobre 2017, n. 1630 stanzia 6 milioni di euro.
L’incentivo è nella forma del contributo a fondo perduto e beneficiarie sono le micro, piccole e medie imprese del Veneto. È ammessa una sola domanda di contributo.
Sono ammessi progetti coerenti col Piano energetico regionale e finalizzati al contenimento della spesa energetica, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e alla valorizzazione delle fonti rinnovabili secondo le opportunità di risparmio energetico individuate e quantificate dalla diagnosi energetica effettuata dall’impresa.
Il contributo a fondo perduto è pari al 30% della spesa ammissibile
Le domande vanno presentate per via telematica usando il Sistema informativo unificato della Programmazione unitaria (Siu) della Regione.
Qui tutte le informazioni sul bando.
Lombardia/1 – Via agli incentivi per la sicurezza delle Pmi
Con il decreto 27 ottobre 2017, n. 13395 la Regione ha dato il via all’edizione 2018 del bando “Impresa sicura” che prevede contributi per investimenti innovativi finalizzati all’incremento della sicurezza a favore delle micro e piccole imprese commerciali e artigiane.
Destinatarie delle agevolazioni sono le micro e piccole imprese del commercio e dell’artigianato, con almeno un punto vendita ubicato in Lombardia. Le risorse disponibili sono pari a 1.520.000 euro.Sono finanziate le spese per tutti quei sistemi innovativi per la sicurezza e la prevenzione di furti, rapine e atti vandalici.
L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese nel limite massimo di 5.000 euro.Il contributo è concesso con procedura valutativa “a sportello” secondo l’ordine cronologico di invio telematico della richiesta e con graduatoria finale.
Le domande possono essere presentate fino alle ore 16 del 21 dicembre 2017 a Unioncamere Lombardia esclusivamente tramite il sito , accedendo alla sezione “servizi e-gov” e selezionando la voce “contributi alle imprese”.
Qui tutte le informazioni.
Lombardia/2– Aiuti agli studi con il «bollino» di qualità
Via allo sportello della linea Intraprendo che riapre i battenti con una dotazione di 7 milioni di euro. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto e prestiti a tasso zero che la Regione Lombardia insieme a Finlombarda concedereranno a sostegno di imprese e professionisti, in particolare giovani e over 50, che abbiano ottenuto una dichiarazione di qualità del progetto da parte di istituzioni pubbliche o privati. Domande solo per via telematica attraverso alla piattaforma Siage.

Finanziamenti a misura d’impresa e di professionista (regioni Piemonte – Liguria)

Il Piemonte finanzia le imprese agricole contro le calamità naturali
Il bando, lanciato con decreto dirigenziale 9 novembre 2017, n. 1118 (Bur 23 novembre 2017 n. 47) finanzia le aziende agricole per l’acquisto di reti antigrandine a protezione delle coltivazioni.
Beneficiari sono agricoltori e imprese agricole piemontesi.
Le risorse a valere sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020 ammontano a 4 milioni di euro. Ogni beneficiario può presentate più domande di aiuto, una per ogni intervento riferita a specifici impianti di protezione con reti antigrandine.
Ogni impianto di protezione deve essere riferito a uno specifico prodotto la cui coltivazione è in essere al momento della presentazione della domanda.
Le spese possono coprire l’acquisto e l’installazione delle reti antigrandine.
La domanda di sostegno può essere presentata fino al 23 marzo 2018.
La domanda va presentata esclusivamente in formato digitale attraverso il servizio “Psr 2014-2020”, pubblicato su questo portale , nella sezione “agricoltura”.
Qui tutte le informazioni.
Liguria/1 – Incentivi alle strutture ricettive all’aria aperta
La Regione con la deliberazione del 17 novembre 2017 n. 927 ha lanciato un nuovo bando per aiutare la ricettività turistica ligure dopo quello dedicato agli alberghi.
Beneficiari sono piccole, micro e medie imprese che esercitano attività ricettiva all’aria aperta (campeggi, villaggi turistici e parchi per vacanze).
Il budget è di 1 milione di euro (800.000 destinati alla riqualificazione di strutture ricettive esistenti, 200.000 per nuove strutture ricettive).
Tra le spese ammissibili rientrano quelle di progettazione lavori, esecuzione di opere murarie, acquisto di macchinari e attrezzature, nonché quelle destinate al miglioramento dell’efficienza energetica.
L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato per un ammontare non inferiore a 20.000 euro e non superiore a 90.000 euro.
È possibile presentare domanda dal 23 gennaio 2018 al 20 aprile 2018. Le domande di ammissione all’agevolazione, vanno inoltrate esclusivamente tramite il sistema “bandi on line” .
Qui tutte le informazioni.
Liguria/2 – Via al bando 2017 per le piccole e medie imprese turistiche
A partire dal 30 novembre 2017 le imprese turistiche della Liguria potranno accedere ai finanziamenti del bando approvato con deliberazione n. 661/2017.
La dotazione del bando è di 6 milioni di euro cui aggiungere 6 milioni di euro di cofinanziamento bancario.
Ammessi a finanziamento sono Piani di riqualificazione dell’offerta turistica ligure finalizzati allo sviluppo e competitività delle strutture ricettive alberghiere proposti da micro, piccole e medie imprese.
Il finanziamento, a sostegno del Piano di riqualificazione ha natura ipotecaria ed è concedibile per un ammontare non inferiore ad 150.000 euro e non superiore a 800.000 euro fino al 100% del Piano di riqualificazione stesso.
Le spese ammissibili sono quelle funzionali allo sviluppo ed alla competitività delle strutture ricettive (progettazione lavori, opere murarie, acquisto di macchinari e impianti, introduzione sistemi di qualità e adesione a sistemi di certificazione ambientale quali Iso, Emas, Ecolabel).
Una quota del 50% del finanziamento è concessa a valere su fondi privati messi a disposizione da una Banca convenzionata e una quota del 50% dello stesso è concessa da FI.L.S.E. (Finanziaria ligure per lo sviluppo economico) a valere su fondi regionali.
Le domande vanno inoltrate esclusivamente utilizzando il sistema «bandi on line» dal sito internet www.filse.it o dal sito www.filseonline.regione.liguria.it, a partire dal 30 novembre 2017 fino al 20 marzo 2018 unitamente alla copia della richiesta di finanziamento alla Banca convenzionata.
Qui le altre informazioni.

Tutti i bandi per i finanziamenti a misura d’impresa e di professionista

EUROPA
Horizon/1 – Dallo Sme Instrument 480 milioni per la ricerca e l’innovazione
Con un budget che sfiora i 480 milioni di euro nel solo 2018, Sme Instrument, la costola di Horizon dedicata agli incentivi per le piccole e medie imprese, ha lanciato una call (Eic-Smeinst-2018-2020), in due fasi, per sviluppare nuove idee di business e testare la fattibilità tecnica e il potenziale commerciale di un’innovazione traducendola in un business plan (ovvero gli studi di fattibilità previsti nella fase 1 della call che distribuiranno 50mila euro a singolo progetto della durata di 6 mesi ). Inoltre la call eroga contributi per trasformare la propria idea di business in un prodotto pronto per il mercato: le attività possono includere, per esempio, la messa a punto di prototipi, test, collaudi e proiezioni di mercato (fase 2 della call). Si può presentare domanda anche per una sola delle due fasi. Le call prevedono diversi cut-off (finestre per la presentazione delle candidature): si va da febbraio 2018 a novembre 2020 per la fase 1 e da gennaio 2018 a ottobre 2020 per la fase due.
Qui le altre informazioni.
Horizon/2 – Fast Track to Innovation, 100 milioni per le partnership
Vale 100 milioni la call di Fast Track to Innovation lanciata nell’ambito di Horizon 2020. La call è indirizzata alla ricerca di uno o più partner per accelerare il lancio sul mercato di un prodotto innovativo industriale in un massimo di tre anni. Si tratta di uno strumento che permette di ottenere fondi in uno schema aperto e accessibile per far crescere le idee elaborate dai consorzi di innovatori di tutti i tipi e dimensioni in tutta Europa. Nella partnership è obbligatorio inserire un socio industriale. Possono partecipare anche le università e i centri di ricerca. Tetto massimo per singolo progetto: 3 milioni di euro. Le domande possono essere inviate nelle diverse finestre aperte nel biennio (cut-off): si va da febbraio 2018 a ottobre 2020.
Qui le altre informazioni.
Horizon/3 – Via a 115 milioni per la digitalizzazione dell’industria Ue
Con una call da 115 milioni di euro lanciata il 31 ottobre scorso (H2020-DT-2018-2020), il programma Horizon 2020 punta alla digitalizzazione del sistema industriale europeo. L’invito a presentare proposte che si articola in quattro azioni tutte in scadenza il 17 aprile 2018, finanzia i progetti per la creazione di hubs di innovazione digitale, piattaforme digitali e prototipi sperimentali su larga scala: due leve sulle quali la Ue sta puntando per facilitare l’accesso all’innovazione digitale delle imprese europee così da migliorarne la competitività, i processi di produzione e i servizi. Tra i requisiti necessari per partecipare alla call, anche la destinazione di almeno il 50% del budget dell’investimento iniziale a favore delle piccole e medie imprese. Le quattro azioni della call sono «single-stage» e quindi a scadenza unica.
Qui maggiori dettagli sulla call.
Horizon/4 – Per la rinascita rurale in pista 52 milioni
Lanciata la call da 52,4 milioni di euro (H2020-RUR-2018-2020) per trainare lo sviluppo economico delle aree di campagna, montane e costiere attraverso la costruzione di strategie di modernizzazione, modelli di governance efficienti sostenendo catene produttive di colture agricole e boschive innovative, facendo perno sulle risorse locali incluso il capitale umano, naturale e culturale. Le sei azioni della call di Horizon, in scadenza il 13 febbraio 2018, finanzieranno progetti di sviluppo delle sinergie tra i principali settori economici delle aree interessate, creazione di catene produttive sostenibili food e non food, nonché le iniziative per la digitalizzazione delle imprese.
Qui tutte le altre informazioni.
Cosme, fondi per i cluster a servizio della difesa e della sicurezza
Il programma Cosme finanzia con 800mila euro la collaborazione tra Stati per i cluster e i consorzi che operano nei settori della difesa e della sicurezza e che si interfacciano con altre organizzazioni non militari nell’area dell’uso duale delle tecnologie di prodotti e servizi verso i Paesi extra Ue. Con la call Cos-cluster-2017-3-6 aperta fino al 13 dicembre prossimo, la Commissione europea sostiene le piccole e medie imprese attive nel settore militare e civile che si organizzano in cluster per operare fuori dai confini Ue. In particolare l’iniziativa finanzierà eventi, iniziative di divulgazione, attività di formazione e monitoraggio.

I bandi e le opportunità per i finanziamenti a misura d’impresa e di studio

Umbria, sostegno ai nuovi imprenditori
Il rilancio dell’occupazione giovanile è al centro del bando della Regione Umbria diretto a sostenere nuove iniziative imprenditoriali e lanciato con decreto dirigenziale 19 giugno 2017, n. 6155. La Regione stanzia 700.000,00 euro e beneficiari sono Pmi e giovani imprenditori tra i 18 e i 35 anni. I costi ammissibili coperti dal finanziamento sono quelli necessari ad avviare l’attività produttiva (costi per l’avvio dell’attività, per il primo anno di funzionamento, per locazioni di immobili, consulenze, nonché costi per acquisti di macchinari e attrezzature).
Il proponente dovrà allegare alla domanda un progetto di impresa redatto secondo uno schema che è allegato al bando. Domande dal 1° luglio 2017 al 2 gennaio 2018. La domanda e il progetto d’impresa possono essere presentati a mano o via raccomandata o via posta elettronica certificata all’indirizzo: direzionesviluppo.regione@postacert.umbria.it Valutazione a graduatoria secondo i punteggi stabiliti nel bando. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito della Regione.

Il Lazio incentiva la sostituzione delle caldaie a biomassa

Imprese e privati cittadini del Lazio possono beneficiare del bando diretto alla sostituzione delle caldaie a biomassa legnosa. La dotazione finanziaria ammonta a 4.850.000 euro.
Gli interventi finanziabili dal bando sono di due tipi: la rottamazione e la sostituzione di vecchi generatori di calore alimentati a biomasse legnose, con generatori di calore alimentati a biomasse legnose a basse emissioni ed alto rendimento o alimentati a gas (metano, Gpl), anche integrati con pannelli o collettori solari termici; oppure l’installazione di elettrofiltri finalizzata alla riduzione delle emissioni di particolato sottile degli impianti a biomasse legnose.
Per ciascuna unità immobiliare è possibile sovvenzionare un intervento composto da una o entrambe le tipologie. Il costo del singolo intervento ammissibile non potrà comunque superare 10.000 euro per la sostituzione della caldaia e 2.000 euro per la installazione di elettrofiltri.L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 60% delle spese ammesse ed effettivamente sostenute per l’intervento.
Le domande vanno presentate solo per via telematica compilando il formulario disponibile online sulla piattaforma GeCoWEB a partire dalle ore 12:00 del 17 ottobre 2017, e quindi inviando la domanda e gli allegati richiesti via Pec (posta elettronica certificata) seguendo la procedura descritta nel bando.
Qui le altre informazioni.

Lazio, garanzia Equity per aumenti di capitale sociale
Disponibili 9,6 milioni di euro per la concessione di una garanzia gratuita su aumenti di capitale sociale effettuati da vecchi e nuovi soci della Pmi, a copertura parziale (50%) del rischio. Destinatari: Pmi che presentino al momento della domanda almeno due bilanci regolarmente approvati. Domande dal 10 ottobre 2017.

Start up innovative e assunzioni IN DIFETTO

Fiscal Focus – A cura di Antonio Gigliotti

Secondo il Mise si mantiene l’iscrizione nella sezione speciale

L’art. 25 del Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 definisce la start-up innovativa come una società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano oppure Società Europea, le cui azioni o quote non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione. Vi rientrano, pertanto, sia le srl (compresa la nuova forma di srl semplificata o a capitale ridotto), sia le spa, le sapa, sia le società cooperative.

La società per essere definita start-up deve possedere alcuni seguenti requisiti tra i quali:

  • deve essere costituita e operare da non più di 60 mesi (modificato dal d.l. 3/2015);
  • è residente in Italia ai sensi dell’art. 73 del Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, o in uno degli stati membri dell’Unione Europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purchè abbia una sede produttiva o una filiale in Italia (modificato dal d.l. 3/2015);
  • il totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro;
  • non deve distribuire o aver distribuito utili;
  • deve avere quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
  • non deve essere stata costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.
  • impiegare personale altamente qualificato per almeno un terzo della propria forza lavoro ovvero in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’art. 4 del d.m. n. 270/2004 (così integrato con d.l. n. 76/2013.

In relazione proprio a questo ultimo punto è da sottolineare che secondo il Mise non perde la qualifica di start-up innovativa la società che successivamente alla sua iscrizione nel registro delle imprese nella apposita sezione speciale, procede all’assunzione di soggetti in possesso di laurea triennale, a condizioni però che la stessa rispetti almeno un altro requisito indicato nella lettera h, punto 2 del D.L. 179/2012, ossia:

  • sostenere spese in ricerca e sviluppo in misura pari o superiore al 20 per cento del maggiore importo tra il costo e il valore della produzione; (percentuale ridotta al 15% con d.l. n. 76/2013);
  • essere titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa ad una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purchè tali privativesiano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa. (così integrato con d.l. n. 76/2013).

Quindi nel caso in cui vengano meno i requisiti relativi al personale qualificato, rispettando comunque almeno un’altra prescrizione contenuta nella lettera h dell’art. 25 comma 2 del D.L. 179/2012, la start up innovativa mantiene la sua iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese riservata alle start up, provvedendo comunque all’opportuna pubblicità del mutamento delle condizioni ai fini dell’iscrizione nella sezione sopra citata.

Autore: redazione fiscal focus

Start up innovative per l’affitto d’azienda

Fiscal Focus – A cura di Antonio Gigliotti

Secondo il Mise non ci sono preclusioni

Premessa – E’ possibile l’istituzione di una start-up innovative se questa è stata costituita a seguito di affitto d’azienda. Questo è quanto affermato dal Ministero dello Sviluppo economico in risposta ad una specifica domanda.

Start up innovative – Con la Legge 221/2012, che ha convertito il Dl Crescita 2.0, viene introdotta per la prima volta nell’ordinamento del nostro Paese la definizione di nuova impresa innovativa, la startup innovativa: per questo tipo di impresa viene predisposto un quadro di riferimento articolato e organico a livello nazionale che interviene su materie differenti come la semplificazione amministrativa, il mercato del lavoro, le agevolazioni fiscali e il diritto fallimentare.

Parere – Con il parere (prot. n. 155183 del 3 settembre 2015) stato posto un quesito al MISE inerente il caso delle start-up innovative e l’affitto d’azienda o ramo d’azienda. In particolare, la normativa di riferimento (art. 25, comma 2, lett. g), del D.L. n. 179/2012) afferma che non è possibile la costituzione di una start-up innovative se questa è stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda. Non è mai preso in considerazione l’istituto dell’affitto del ramo di azienda e questo potrebbe voler significare, secondo l’istante, che in tale situazione la Start-up innovativa sia attuabile.

Riferimenti normativi – Il Ministero si era già pronunziato in passato (con nota diretta alla CCIAA di Rimini dell’8 ottobre 2013, n. 164029), affermando la tassatività del divieto contenuto nella declaratoria di cui alla lettera g) del comma 2, sopra riportata. Il criterio ispiratore della più recente ermeneutica, è improntato a quanto espressamente previsto dall’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modificazioni dalla L. 24 marzo 2012, n. 27, secondo cui “le disposizioni recanti divieti, restrizioni, oneri o condizioni all’accesso ed all’esercizio delle attività economiche sono in ogni caso interpretate ed applicate in senso tassativo, restrittivo e ragionevolmente proporzionato alle perseguite finalità di interesse pubblico generale, alla stregua dei principi costituzionali per i quali l’iniziativa economica privata e’ libera secondo condizioni di piena concorrenza e pari opportunità tra tutti i soggetti, presenti e futuri, ed ammette solo i limiti, i programmi e i controlli necessari ad evitare possibili danni alla salute, all’ambiente, al paesaggio, al patrimonio artistico e culturale, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana e possibili contrasti con l’utilità sociale, con l’ordine pubblico, con il sistema tributario e con gli obblighi comunitari ed internazionali della Repubblica.”. In altri termini detti limiti devono essere considerati e valutati dalla pubblica amministrazione ricevente la domanda, nel caso l’ufficio del registro delle imprese, ma sempre nello spirito generale della norma (rilancio dell’economia e crescita del Paese) e nell’ambito della prescrizione generale di cui all’articolo 1, comma 2 sopra richiamato.

La risposta del MISE – Tanto premesso, il Ministero conviene con l’istante, nella specifica esclusione operata dal legislatore (nell’ambito della lettera g) della fattispecie dell’affitto dell’azienda o di un suo ramo. Da un punto di vista generale, se è vero che l’art. 2556 del Codice civile, accomuna le due fattispecie (cessione ed affitto) in unica norma, in realtà opera tale confusione solo ai fini della forma e della pubblicità dei relativi contratti. Sotto il profilo sostanziale, l’art. 2562 del Codice civile, rimanda alla disciplina dell’usufrutto d’azienda e non a quella generale della cessione d’azienda (o suo ramo) stante la natura provvisoria del trasferimento, il differente animus (possesso nel caso della cessione, godimento nel caso dell’affitto), e l’obbligo di restituzione finale, oltre agli obblighi ricorrenti. Se ne deduce una complessiva differenza tra i due istituti. Certamente sotto il profilo teleologico, la volontà insita nella disposizione del legislatore del D.L. 179, è quella di evitare che si creino delle start-up innovative frutto di spin-off di precedenti esperienze consolidate, che non avrebbero i requisiti di fondo che il legislatore lega alla figura della start-up stessa. In ogni caso la volontà espressa dal legislatore nella lettera g) del comma 2, appare chiara e tassativa, ed in virtù del criterio ermeneutico sopra richiamato porta alla conclusione della ammissibilità della fattispecie prospettata nel quesito.

Autore: redazione fiscal focus

Finanziamenti a fondo perduto per attività agricole, requisiti e tipologie nel 2015

I finanziamenti statali a fondo perduto vengono erogati da Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa- e sono destinati ad aziende che operano in aree più svantaggiate, ancora in fase di start up o costituite da giovani.

La legge 135/97 prevede incentivi e contributi a fondo perduto destinati a coloro che intendono avviare nuove attività agricole oppure a giovani imprenditori che andranno a subentrare nell’azienda agraria di famiglia. In questo caso il capitale erogato sarà rimborsabile solo per il 50% dell’importo totale di cui si è beneficiato. Un supporto dunque importante in quanto si rimborsa solo una parte del capitale ottenuto e si avvia un’attività imprenditoriale con maggiore sicurezza economica.

Per accedere a questa forma di finanziamento per la nascita di una nuova attività agricola bisogna avere determinati requisiti:

  • età anagrafica compresa tra i 18 e i 36 anni;
  • essere in possesso della qualifica di imprenditore agricolo;
  • conseguire la qualifica di imprenditore agricolo entro due anni dalla data di presentazione della domanda di finanziamento;
  • certificazione di reddito per il lavoro nella propria azienda agricola;
  • in caso di subentro nella conduzione dell’azienda, il parente deve essere titolare dell’azienda agricola;
  • avere la residenza in uno dei territori di cui agli obiettivi 1, 2, 5b e art. 92.3.c del Trattato UE;
  • la sede dell’azienda agricola deve essere in uno dei territori di cui agli obiettivi sopra.

Finanziamenti a fondo perduto per attività agricole: le categorie

I finanziamenti statali a fondo perduto sono suddivisi principalmente in più categorie:

  • Autoimprenditorialità: si tratta di fondi statali finalizzati ad incoraggiare la nascita di nuove società o ad ampliare altre già esistenti. Questi finanziamenti sono rivolti ad imprese caratterizzate per lo più da giovani tra i 18 e i 35 anni che intendono avere un supporto per realizzare i propri obiettivi in tema di produzione di beni e di fornitura di servizi. Tale iniziativa consiste in agevolazioni erogati come contributi a fondo perduto o anche mutuo agevolato. L’intera operazione sarà seguita da controlli per evitare atteggiamenti sbagliati da parte delle aziende beneficiarie;
  • Autoimpiego: Questi incentivi sostengono l’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di soggetti in cerca di prima occupazione o disoccupati che intendono investire in microimprese o franchising. Come nel caso precedente la domanda dovrà essere corredata da un progetto dell’impresa che presenti al suo interno gli obiettivi dell’iniziativa;
  • Smart & Smart: questi finanziamenti sono rivolti a nuove imprese a carattere più innovativo. Solitamente presentano come sfondo imprese dell’Italia meridionale o comuni del cratere sismico dell’Abruzzo. Tale misura finanziaria è caratterizzata da incentivi cumulabili.

Nel caso di attività agricole il capitale erogato sarà suddiviso in questo modo: un 50% non rimborsabile e a fondo perduto, mentre l’altro 50% rimborsabile ma mediante rate caratterizzate da tasso di interesse agevolato. Tali incentivi e contributi vengono concessi secondo i limiti stabiliti dall’Unione Europea. La legge 135/97 va infatti incontro a tutti coloro che intendono avviare nuove attività nel settore agricolo.

I settori dell’agricoltura che possono essere beneficiari di tali agevolazioni sono vari e riguardano le coltivazioni, la floricoltura, l’orticoltura, la silvicoltura, l’allevamento, la pesca, sia in acque dolci che salate. In ogni caso alla domanda di richiesta del contributo a fondo perduto o dell’incentivo bisogna allegare un business plan ovvero il preventivo spesa del progetto che si intende avviare

Incentivi per il settore primario: ecco come agire nel 2015

Gli imprenditori agricoli, che intendono avviare un’attività nel settore primario o anche ottimizzare un’impresa già esistente, possono partecipare a determinati bandi per ottenere i contributi e gli incentivi finalizzati ad aumentare la produzione del proprio lavoro. Così come negli anni scorsi, anche nel 2015, sarà fondamentale possedere un requisito per poter richiedere tale forma di finanziamento: l’imprenditore agricolo dovrà mantenere la propria azienda per un periodo di almeno 5 anni dopo aver ricevuto i capitali. Inoltre tale impresario dovrà risultare inoccupato altrimenti sarà revocato il finanziamento.

Questa forma di credito nasce in primis per sostenere i giovani, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che vogliono dedicarsi al settore dell’agricoltura e dell’imprenditoria. Un tipo di attività che in alcune zone d’Italia risulta fondamentale per le aree che si prestano a tale tipo di economia. I fondi stanziati serviranno non solo ad avviare nuove attività imprenditoriali, ma anche ad acquistare strumentazioni ed attrezzature per ottimizzare la produzione e ridurre i tempi.

Per richiedere ed ottenere contributi ed incentivi per il settore primario, il soggetto dovrà possedere determinati requisiti:

  • Età compresa tra i 18 e i 35 anni;
  • Stato di inoccupazione;
  • Idea di mantenimento della società per almeno 5 anni,
  • Residenza nel territorio nazionale da almeno 6 anni.

In un secondo momento sarà redatta una graduatoria in base al territorio in cui è ubicata l’azienda agricola. Il capitale erogato varia a seconda del preventivo di spesa che annovera i vari interventi da realizzare. Il piano di ammortamento prevede una durata fino a 7 anni ed un tasso di interesse agevolato. I bandi di partecipazione per l’ottenimento dei contributi e incentivi finalizzati ad ottimizzare il settore primario possono cambiare a seconda del territorio regionale; i requisiti potranno infatti presentare delle differenze in base all’area di riferimento e alla disponibilità dei fondi per quel territorio. Solitamente si dà priorità alle zone con basso livello di sviluppo e come già anticipato il destinatario degli incentivi dovrà mantenere l’attività per almeno 5 anni. La rata sarà trimestrale.

I bandi regionali si differenziano, dunque, in base al territorio regionale e alla disponibilità dei fondi. Essi possono essere consultati anche sul sito ufficiale della Invitalia alla pagina sui finanziamenti per l’agricoltura, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. I suoi obiettivi prioritari sono infatti favorire l’attrazione di investimenti esteri, sostenere l’innovazione e la crescita del sistema produttivo, valorizzare le potenzialità dei territori.

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