STA PER ARRIVARE il primo luogo unico digitale per la nostra salute: con tutti i dati sanitari, i farmaci e i referti, le informazioni sulla nostra attività fisica. Accessibili via internet, da computer o cellulare. Si chiama Fascicolo sanitario elettronico e dopo tanti mesi di rinvii il Governo ha appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che ne dà il via e che entrerà in vigore il 26 novembre. Il decreto chiede alle Regioni di fare il Fascicolo entro il 31 dicembre, ma ci sono dubbi che la data sarà rispettata, anche per via degli stessi ritardi nella pubblicazione del decreto. Alcune Regioni però sono già avanti (Lombardia, Emilia-Romagna, Provincia di Trento, Toscana) e le altre seguiranno.
Vediamo che cosa potremo farci, ma anche gli ostacoli che restano da superare per la realizzazione.
I contenuti del fascicolo. Sappiamo che il Fascicolo conterrà i link ad alcuni dati necessari (che dovranno esserci per forza) e ad altri invece facoltativi. Nel primo gruppo ci sono i dati identificativi, i referti, i verbali di pronto soccorso, le lettere di dimissione, il profilo sanitario sintetico, il dossier farmaceutico, il consenso o diniego a donazione organi e tessuti. Nei dati facoltativi, che potranno essere inseriti da medici, strutture sanitarie o dal paziente stesso, ci sono prescrizioni, farmaci assunti, vaccinazioni, certificati medici, esenzioni, “bilanci di salute”, tra le altre e numerose cose previste dal decreto. “Sarà uno strumento abilitante non solo per la cura ma anche per il benessere di tutti noi”, dice Roberto Moriondo, responsabile dei rapporti con le Regioni presso il Comitato di indirizzo dell’Agenzia per l’Italia Digitale. “I pazienti potranno infatti scaricare sul fascicolo i propri dati di attività fisica, che vengono dalle macchine della palestra o dal proprio smartwatch”, aggiunge.
Punto unico di monitoraggio per diagnosi e cura. È comodo e utile di per sé avere un posto unico con tutti i nostri dati di interesse sanitario. Lo è per noi, per tenere sotto controllo alcuni parametri; ma lo è anche per il nostro medico curante o il medico del pronto soccorso, per esempio, per migliorare la pratica di diagnosi e terapia. In particolare può essere utile durante le emergenze, appunto al pronto soccorso, per capire quali medicinali somministrare o quali no. Si possono evitare così anche classici errori, in ospedale, come la somministrazione di medicinali a cui il paziente è allergico oppure destinati a un’altra persona (a causa di dati errati). Il fascicolo è una novità complementare con la ricetta elettronica, di cui pure il ministero della Salute ha pubblicato questa settimana il decreto attuativo. Il medico curante potrà prescrivere un medicinale, un esame o una terapia associandone il codice al codice fiscale del paziente. Potremo quindi andare in farmacia o in un centro medico (per esami e terapie) senza ricetta fisica, ma soltanto con un promemoria fornito dal medico (su carta semplice). Fascicolo e ricetta elettronica assicurano insomma una centralizzazione e razionalizzazione delle informazioni, con risparmio di costi e un minore rischio di errori, rispetto all’uso della carta. Centralizzazione significa anche che i nostri dati sono disponibili a tutti i medici e ospedali del Paese. Quando cambieremo città per curarci, non dovremo più portarci dietro lastre, referti (anche in forma di CD), con il rischio- anche- che qualche informazione sia persa.
Tempistiche e modalità di accesso. Veniamo ai punti critici. I tempi: al momento non si sa quante Regioni riusciranno a rispettare la data del 31 dicembre. Tutte stanno affrontando infatti problemi a coinvolgere i medici di famiglia (che chiedono di essere pagati un extra, per questo servizio). In certi casi, inoltre aziende sanitarie e ospedaliere non sono ancora del tutto informatizzate e quindi non possono agevolmente alimentare il fascicolo dei propri pazienti. Meno critiche – ma pure ancora da completare – le modalità di accesso. “La Provincia di Trento, che ha il più avanzato esempio di fascicolo sanitario elettronico già in uso, contente ai cittadini l’accesso via computer dotato di smart card. Il che non è molto comodo. Sta ora sperimentando un accesso via codici o token, forniti dal sistema sanitario nazionale”, dice Moriondo. Il tutto sarà a puntino solo con il debutto di Italia Login e del Sistema pubblico dell’identità digitale, progetti che permetteranno un accesso unico e semplificato a tutti i servizi della PA (compresi quelli sanitari).
La repubblica di ALESSANDRO LONGO