Liti fiscali. La sentenza favorevole alla società blocca l’accertamento nei confronti del socio

Fiscal Focus – A cura di Antonio Gigliotti

Cassazione Tributaria, sentenza pubblicata il 4 dicembre 2015

In tema di società a ristretta base sociale, l’accertamento negativo, con sentenza passata in giudicato, dell’utile extracontabile della società rimuove il presupposto da cui dipende l’accertamento del maggior utile da partecipazione del socio.

È quanto emerge dalla sentenza 24793/15, pubblicata il 4 dicembre dalla Sesta Sezione Civile – T della Cassazione.

La controversia è scaturita da un avviso di accertamento per IRPEF 1995, con cui l’Agenzia delle Entrate aveva ripreso a tassazione i redditi di partecipazione del contribuente a una Srl, società a propria volta destinataria di un avviso di accertamento per il medesimo anno d’imposta, atto poi divenuto oggetto d’impugnazione.

Ebbene, l’annullamento, con sentenza passata in giudicato, dell’accertamento nei confronti della società ha determinato anche l’annullamento dell’atto impositivo inviato al socio e impugnato con ricorso autonomo.

L’Agenzia delle Entrate, nel giudizio di cassazione, ha sostenuto che il presupposto della pretesa nei confronti del socio non è la formazione di un accertamento definitivo nei confronti della società, ma il fatto storico dell’esistenza di redditi della società non dichiarati; sicché l’accertamento nei confronti della società potrebbe vincolare quello nei confronti del socio solo quando la pretesa nei confronti della società sia ritenuta inesistente nel merito e non, come nella specie, per un vizio procedurale. Infatti, nel caso di specie, il ricorso per cassazione contro la sentenza della CTR favorevole alla società era stato dichiarato inammissibile per mancato deposito dell’avviso di ricevimento della relativa notifica per posta.

I giudici del Palazzaccio non hanno ritenuto di poter condividere gli assunti della ricorrente Agenzia.

In tema di effetti del giudicato è già stato chiarito (Cass. n. 6788/13 e 2137/14), in via generale, che la sentenza passata in giudicato, oltre ad avere un’efficacia diretta tra le parti, i loro eredi ed aventi causa, ne ha anche una riflessa, poiché, quale affermazione oggettiva di verità, produce conseguenze giuridiche anche nei confronti di soggetti rimasti estranei al processo nei quali sia stata resa qualora essi siano titolari di diritti dipendenti dalla situazione definitiva in quel processo, o comunque subordinati a questa.

Sulla scorta di quanto sopra (nonché dei principi affermati in Cass. n. 24049/11), i giudici della Sesta Sezione del Palazzaccio hanno ritenuto di poter enunciare il principio secondo cui, nel giudizio avente a oggetto l’avviso di accertamento relativo al socio di una società di capitali a ristretta base sociale, deve riconoscersi l’efficacia riflessa del giudicato, formatosi nel giudizio intercorso tra l’Agenzia delle Entrate e la società, con cui è stata accertata la insussistenza di utili extracontabili della società. L’accertamento negativo dell’utile extracontabile della società rimuove, infatti, il presupposto da cui dipende l’accertamento del maggior utile da partecipazione del socio.

I giudici del Palazzaccio (in risposta all’assunto del fisco secondo cui il giudicato favorevole alla società farebbe stato nei confronti del socio “solo quando la pretesa nei confronti della società viene ritenuta inesistente nel merito”) hanno aggiunto che nel caso di specie il giudicato esterno vincolante non è la sentenza – effettivamente tutta in rito – con cui la Cassazione ha rigettato il ricorso contro la sentenza d’appello favorevole alla società, ma proprio la sentenza d’appello che ha annullato l’avviso di accertamento emesso nei confronti dalla società non per ragioni di legittimità formale degli atti o del procedimento impositivo, bensì sulla scorta di un giudizio che ha portato la CTR a ritenere che l’Amministrazione finanziaria non avesse adempiuto all’onere di dimostrare i fatti costitutivi della pretesa fiscale.

Per gli ermellini, dunque, la sentenza ottenuta dalla società ha operato un accertamento negativo del credito tributario di cui ha potuto beneficiare il socio: cioè essa sentenza, dopo il suo passaggio in giudicato, ha fatto stato anche nel giudizio intrapreso dal socio. Dal che il rigetto del ricorso dell’Agenzia delle Entrate.

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS