Gerico 2018 al debutto. Quella rilasciata nel primo pomeriggio di ieri è una prima versione del software per gli studi di settore riferiti all’anno d’imposta 2017, peraltro già definitiva, anche se, come accaduto nel recente passato non sono esclusi ulteriori aggiornamenti in corsa dell’applicativo. Questo perché, a maggior ragione, allo stato attuale manca ancora, non solo l’ufficialità del decreto sui correttivi crisi, non essendo lo stesso ancora stato pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» (a differenza dei correttivi cassa, si veda il Dm Economia del 23 marzo 2018), ma pure la versione definitiva delle istruzioni e dei modelli studi di settore con riferimento al reddito d’impresa.
Il modello ufficiale ad oggi approvato non riporta, infatti, all’interno del reddito d’impresa, i righi da F41 a F44 destinati ad ospitare i dati relativi ai contribuenti esercenti contabilità d’impresa in regime semplificato; righi che viceversa sono presenti nel modello simulato all’interno di Gerico 2018. Stessa sorte per il quadro Z, destinato quest’anno ad ospitare i dati che serviranno per aggiornare i futuri modelli Isa che risultano presenti solo all’interno dell’applicativo, ma non nel modello ad oggi in vigore e pubblicato nel sito dell’Agenzia delle entrate.
Passando alle prime simulazioni pratiche, i risultati che sono stati elaborati sui primi prototipi tenderebbero a testimoniare, a parità di valori, un innalzamento dei ricavi stimati dal software per effetto dei correttivi cassa, per i contribuenti in contabilità d’impresa.
In buona sostanza i correttivi strutturali di cassa e quelli settoriali che trovano maggiore diffusione pratica fra le imprese, tenderebbero a produrre un generale effetto innalzamento sul ricavo (puntuale e minimo) atteso dalla procedura. Tuttavia, si segnala che non mancano le situazioni contrarie, dove l’effetto cassa, in effetti riduce la stima.
Viceversa è possibile notare, come del resto già annunciato nel decreto di approvazione del 23 marzo scorso, che i correttivi per cassa non operano per i soggetti che hanno optato per il regime del registrato ai fini iva (articolo 18, comma 5, del Dpr 600/1973).
Per costoro a parità di dati contabili, il risultato, al netto dei correttivi crisi, coincide in buona sostanza con la stima dello scorso anno.
Per questa tipologia di contribuenti si fa tuttavia notare che, nonostante per essi non operino i correttivi per cassa, sarà importante compilare ugualmente il dato delle rimanenze finali poiché esso contribuisce a calmierare il risultato stimato dall’applicativo.
Infatti, nonostante il dato delle rimanenze finali, per i contribuenti in contabilità semplificata (siano essi in regime di «cassa pura» o con quello del «registrato ai fini Iva») non abbia, alcuna influenza sul reddito imponibile, quest’ultimo viene comunque elaborato da Gerico e questo come se le giacenze finali effettivamente facessero parte dei dati contabili.
Tale metodologia di trattamento dei dati opera per tutti i semplificati senza distinzione alcuna.
In conclusione, nell’attesa che anche i modelli ufficiali vengano aggiornati, si focalizza l’attenzione sull’importanza di compilare correttamente i righi da F41 a F44 destinati ai contribuenti in semplificata ed in particolar modo del rigo F41 per coloro che hanno optato per il regime del registrato ai fini Iva. Le prime simulazioni effettuate sul nuovo Gerico 2018 sembrerebbero infatti testimoniare come la loro compilazione possa influenzare in maniera significativa il risultato stimato dall’applicativo.
Fonte “Il sole 24 ore”