di Marco Mobili e Giovanni Parente
E adesso si entra nel vivo. Da mercoledì 2 maggio sarà possibile accettare, modificare o integrare e poi trasmettere all’agenzia delle Entrate il modello 730 precompilato. La fase 2 sta per iniziare e i contribuenti si trovano di fronte al bivio se fare tutto da soli oppure andare al Caf, sobbarcandosi i costi dell’assistenza fiscale. Una scelta che comporta conseguenze diverse in termini di eventuali ricadute su omissioni o errori. Già, perché il Caf che appone il “bollino blu” sulla dichiarazione (il visto di conformità), si assume la responsabilità per i dati indicati e per i quali sono stati acquisiti i documenti giustificativi. E spetta a questi ultimi esibire la documentazione successiva al posto dei loro assistiti in caso di eventuale richiesta degli uffici dell’Agenzia. In ogni caso seguendo le istruzioni della circolare 7/E del 27 aprile 2018 dedicata a deduzioni e detrazioni (si veda Il Sole 24 Ore del 28 aprile).
Ma è proprio sui controlli che si consumerà una delle principali novità della precompilata 2018. Nei primi 15 giorni, infatti, i contribuenti hanno potuto verificare quali voci fossero presenti o meno, quali fossero solo “parcheggiate” nel foglio informativo (è il caso della prima rata per i bonus sui lavori in casa, sugli arredi e sul risparmio energetico) e quali invece fossero da rettificare. Ora, invece, bisogna decidere se accettare o integrare. E, come dimostrano anche le schermate pubblicate in alto, si potrà intervenire anche con la modalità di compilazione assistita – ovvero la nuova procedura “guidata” dal software – che dal 7 maggio consentirà di andare ad aggiungere singoli documenti di spesa o intervenire in maniera più chirurgica sulle singole voci già inserite. Naturalmente la modalità di intervento cambierà anche il quadro successivo. Vediamo proprio che cosa cambia per chi procede con il «fai-da-te».
Accettazione integrale
È l’ipotesi più semplice. Chi accetta integralmente il conto dell’Agenzia o apporta modifiche che non incidono né sul calcolo dell’imponibile o dell’imposta si garantisce uno “scudo” dai controlli formali sui documenti relativi alle voci di spesa che danno diritto ai bonus, trasmessi da quelli che si chiamano soggetti «terzi» (dietro questa dizione ci sono banche, enti di previdenza, farmacie e altre strutture sanitarie obbligate alla trasmissione, assicurazioni e così via). Si tratta degli oltre 860 milioni di informazioni con cui è stata costruita la precompilata 2018 (a cui si sommano anche i quasi 59 milioni di informazioni relative ai redditi). Detto in altri termini, il Fisco non chiede più a chi accetta la precompilata scontrini, fatture, bonifici, contratti relativi agli sconti già precaricati. Resta fermo, però, che sui requisiti soggettivi per aver diritto allo sconto fiscale (ad esempio, l’effettiva destinazione nei termini previsti ad abitazione principale dell’immobile acquistato, necessaria per la detrazione degli interessi passivi del mutuo) l’amministrazione finanziaria può sempre accendere un faro e fare controlli.
La modifica tradizionale
La modalità tradizionale di modifica consente di intervenire sui totali delle singole spese. In questo caso, quindi, il focus dei controlli documentali si concentrerà solo sulla tipologia di spesa su cui il contribuente è intervenuto. Proviamo a fare un esempio: se l’integrazione o la correzione riguarda le spese sanitarie (rigo E1 del 730), il diretto interessato dovrà conservare ed eventualmente esibire al Fisco solo gli scontrini e le ricevute relative a farmaci, visite e altri oneri contenuti nel rigo E1. Si potrà, tra l’altro, fare a meno di conservare le carte sugli interessi delle rate del mutuo o sui contributi alla colf se non vengono toccati.
La «compilazione assistita»
Con la compilazione assistita si restringe ancora di più l’area dei documenti da tenere nei cassetti o nei faldoni e dei potenziali controlli. Si potrà, infatti – sotto la guida del sistema – modificare una singola spesa all’interno delle macrovoci presenti nelle sezioni I e II del quadro E del modello (tanto per intenderci sono esclusi i bonus sui lavori in casa). E i controlli documentali potranno riguardare solo quella singola spesa modificata. Se tutto il resto rimane intatto rispetto al dato precaricato, non sarà più necessario conservare ricevute e scontrini. Con un vantaggio tangibile anche in termine di semplificazione.
La seconda chance
Per chi poi trasmettesse subito con il «fai-da-te» il 730 precompilato e poi ci ripensasse, ci sarà la possibilità (a partire dal 28 maggio e fino al 20 giugno) di annullare direttamente il precedente invio e procedere a uno nuovo. L’annullamento sarà possibile una sola volta.
Fonte “Il sole 24 ore”