Nella fatturazione verso la pubblica amministrazione vengono mantenute, a differenza dei privati, le “notifiche d’esito committente”. Infatti per ogni fattura elettronica ricevuta la Pa, entro il termine di 15 giorni dalla ricezione, può inviare una notifica di accettazione/rifiuto. Se entro questi 15 giorni lo Sdi (sistema di interscambio) non riceve alcuna comunicazione, provvede ad inoltrare la notifica di decorrenza dei termini sia al soggetto trasmittente sia al soggetto ricevente. Tali notifiche devono essere gestite e conservate dal soggetto emittente in quanto una fattura rifiutata entro 15 giorni deve essere corretta e rinviata alla Pa sempre tramite lo Sdi.
Relativamente all’indirizzamento, la trasmissione della fattura elettronica nei confronti della Pa è vincolata dalla presenza del codice identificativo univoco dell’ufficio destinatario della fattura riportato nell’indice delle pubbliche amministrazioni, mentre per i privati la trasmissione è possibile anche in assenza del codice destinatario in quanto il provvedimento consente al soggetto passivo Iva attraverso la funzione di registrazione di scegliere la modalità di ricezione delle fatture elettroniche.
Nei confronti dei clienti privati che non si sono registrati e non hanno fornito nessun dato per l’indirizzamento (Pec o codice destinatario) il cedente/prestatore può utilizzare il solo codice convenzionale “0000000” e in questo caso la fattura viene messa a disposizione dallo Sdi nella loro area riservata del sito web dell’agenzia delle Entrate con necessità dell’emittente di comunicare che l’originale del documento è a disposizione in tale area.
A differenza della fattura elettronica verso privati, nei confronti della Pa l’analogo codice fittizio “999999” può essere utilizzato solo se a fronte del codice fiscale del destinatario non esiste alcun codice destinatario nell’indice della pubblica amministrazione. Da quanto sopra si evince che devono essere gestite nell’anagrafica cliente dei soggetti emittenti anche due codici destinatario di lunghezza diversa (6 caratteri per la Pa e 7 per i privati).
Diverso è anche il comportamento in caso di impossibilità di recapito da parte dello Sdi. Nel caso di privati il documento viene messo a disposizione del cessionario/committente nella sua area riservata del sito web dell’agenzia delle Entrate e il cedente/prestatore, a cui è notificato dallo Sdi un file XML firmato quale ricevuta di impossibilità di recapito, è tenuto a comunicare al suo cliente che l’originale della fattura è disponibile in tale area. Nel caso in cui il cliente è la Pa, trascorsi dieci giorni dall’ invio della notifica di mancata consegna, lo Sdi invece invia al mittente un’attestazione di avvenuta trasmissione della fattura con impossibilità di recapito. L’attestazione è composta da un file zippato contenente la fattura originale e un file XML di notifica sottoscritto elettronicamente che deve essere inoltrato telematicamente dal cedente all’amministrazione destinataria utilizzando altri canali (ad esempio e-mail o Pec). Si ricorda che le fatture verso le Pa devono riportare sempre il Cig e/o Cup mentre nel caso dei privati sono obbligatori solo nel caso di quelle emesse dai sub-contraenti e sub-appaltatori di un contratto stipulato con un Pa, limitatamente al primo passaggio e non a quelli successivi (come da circolare 8/E del 30 Aprile) .
Fonte “Il sole 24 ore”