di Benedetto Santacroce
In quattro mosse l’Unione europea cerca di semplificare l’applicazione delle regole Iva che disciplinano gli scambi intraUe rafforzando le misure antifrode.
In particolare, il regime delle transazioni tra Stati membri proposto dalla Commissione supera l’impianto «dell’acquisto intracomunitario» e lo sostituisce con la disciplina della «cessione intraunionale». Il nuovo regime si baserà sul principio dell’imposizione nello Stato di destinazione della cessione di beni, con luogo di tassazione nello Stato di arrivo dei beni stessi. Il fornitore sarà tenuto al versamento dell’Iva sulla «cessione intraunionale» a meno che l’acquirente non sia un soggetto certificato e, in quanto tale, affidabile. Qualora l’operatore obbligato al pagamento dell’imposta non sia stabilito nello Stato in cui l’imposta è dovuta, potrà assolvere agli obblighi di dichiarazione e versamento con il sistema dello sportello unico (one shop stop, Oss). Con ogni probabilità, il nuovo regime consentirà l’abolizione dell’elenco Intrastat.
La cessione intraunionale potrà rimanere esente da imposta solo nel caso in cui il cessionario sia un soggetto certificato dall’amministrazione quale soggetto affidabile Iva (Ctp, certified taxable person). Inoltre, in caso di consignment stock intraunionale, l’operazione sarà considerata unica nel caso in cui sia il cedente che il cessionario siano Ctp. Infine, le nuove regole prevedono che per l’esenzione delle cessioni unionali il codice identificativo attribuito dallo Stato membro di arrivo delle merci sia considerato un elemento essenziale.
Fonte “Il sole 24 ore”