Commesse pluriennali, derivazione rafforzata solo in casi limitati

di Luca Miele

In caso di commesse pluriennali, la rilevazione nel bilancio redatto secondo gli standard nazionali dei relativi componenti positivi con il sistema delle rimanenze comporta l’applicazione delle norme fiscali relative alle valutazioni e, nello specifico, dell’articolo 93 del Tuir. Non trova, quindi, riconoscimento il principio di derivazione rafforzata che riguarda le qualificazioni, classificazioni e l’imputazione temporale ma non, in linea generale, le valutazioni.

Il documento della Fondazione nazionale commercialisti (Fnc) di ieri fa il punto della situazione sulla disciplina contabile e fiscale delle opere ultrannuali,sia per i soggetti Ias adopter che per quelli Oic adopter.

Secondo l’articolo93 del Tuir, le rimanenze finali delle opere con tempo di esecuzione ultrannuale concorrono alla formazione del reddito, non al momento della loro definitiva ultimazione,bensì in misura proporzionale alla percentuale di avanzamento dei lavori misurabile al termine di ciascuno degli esercizi interessati. In sostanza, trovano applicazione il criterio della competenza economica e il principio della correlazione costi-ricavi. Questa previsione normativa trova applicazione anche quando le commesse pluriennali sono rilevate contabilmente secondo il criterio della commessa completata che riconosce i ricavi e i margini di commessa solo quando il contratto è completato, ossia alla data in cui avviene il trasferimento dei rischi e benefici connessi al bene realizzato o i servizi sono resi. Tale modalità di rilevazione contabile non trova riconoscimento fiscale, non applicandosi il principio di derivazione rafforzata, e quindi si genera un doppio binario civile e fiscale, in quanto contabilmente ricavi e margini di commessa sono riconosciuti quando il contratto è completato mentre fiscalmente rilevano gli stati di avanzamento al termine di ciascun esercizio.

Campo ristretto

Il documento della Fondazione pone in evidenza come, invece, il principio di derivazione rafforzata all’articolo 83 del Tuir trova applicazione in caso di adozione del combining/segmenting nella contabilizzazione della commessa, modalità contabile che influenza la determinazione del margine economico attribuibile ad ogni attività per la durata della commessa stessa.

Le microimprese

L’Oic 23, al ricorrere di determinate condizioni, consente infatti di segmentare la contabilizzazione di una commessa in più fasi o di raggruppare più commesse trattandole come un’unica commessa. In tali fattispecie si verte in tema di qualificazioni e non di valutazioni e quindi l’articolo 93 del Tuir troverà naturale applicazione alla commessa così come contabilizzata. Ciò, tuttavia, non è vero per le micro imprese ex articolo 2435-ter del Codice civile per le quali non valgono le diverse qualificazioni (classificazioni e imputazioni temporali) previste dagli standard nazionali. Ciò determina, per queste imprese e con riferimento alle commesse ultrannuali, il mancato riconoscimento fiscale dei criteri di individuazione della commessa indicati dall’Oic 23 diversi da quelli previsti dall’articolo 93 del Tuir.

I soggetti Ias

Il documento della Fondazione evidenzia altresì che il principio di derivazione rafforzata trova invece diretta applicazione per i soggetti Ias adopter in quanto, in tal caso, le commesse ultrannuali sono rilevate con una modalità di contabilizzazione fondata sulla immediata e diretta rilevazione dei ricavi al conto economico degli esercizi in cui il lavoro è svolto, abbandonando la logica propria della valutazione delle rimanenze. Pertanto, la contabilizzazione secondo lo Ias 11 e, dal 2018, secondo l’Ifrs 15 assume rilievo ai fini Ires, salvo deroghe specifiche, e non trova applicazione l’articolo 93 del Tuir.

Fonte “Il sole 24 ore”