di Marco Mobili e Giorgio Pogliotti
Non è un vero e proprio addio al redditometro, piuttosto un’ampia revisione dello strumento, condivisa con associazioni di categoria e Istat.
È una delle novità contenute nell’ultima bozza del decreto legge su occupazione, ludopatia e anti delocalizzazione delle imprese, che verrà portato lunedì al preconsiglio per approdare al primo consiglio dei ministri utile, il giorno stesso o martedì, una volta superato il nodo delle coperture, soprattutto per la norma che vieta il gioco pubblico. Nel pacchetto lavoro, dopo il coro di critiche che si è levato dal mondo produttivo contro la stretta sui contratti a termine e la somministrazione, è arrivata la frenata della Lega: «Capisco la voglia del collega Di Maio di limitare il precariato – ha detto il vicepremier Matteo Salvini – ma faremo attenzione che con la lotta al precariato, sacrosanta, non si danneggino gli interessi dei lavoratori e delle imprese costringendoli al nero». Intervenendo al festival del lavoro in corso a Milano, Salvini ha citato i voucher: «Sono stati ipocritamente cancellati, sono fondamentali in alcuni settori, vanno reintrodotti». Il ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, ha aggiunto: «Il datore di lavoro potrà beneficiare di prestazioni lavorative in piena legalità e con coperture assicurative in caso di incidenti, il lavoratore riceverà un compenso esentasse e con i contributi pensionistici».
Il testo del Dl è oggetto di limature, ad esempio sembra verrà cancellata l’abolizione dello staff leasing. Fa discutere anche la norma che assoggetta al limite del 20% attualmente previsto per l’assunzione di lavoratori con contratto a tempo determinato, anche i lavoratori somministrati. Così come l’incremento del costo contributivo crescente di 0,5 punti per ogni rinnovo a partire dal secondo, che si applica al contratto a tempo determinato anche in somministrazione. Vengono reintodotte le causali dal primo rinnovo di un contratto a termine, senza che venga previsto alcun periodo transitorio.
Tornando al contrasto alla ludopatia, è previsto lo stop ad ogni forma di pubblicità e sponsorizzazione di giochi e scommesse che potrebbe arrivare a costare per le casse dello Stato 700 milioni in tre anni. La ricerca della copertura sarebbe indirizzata verso il ministero della Salute, mettendo nel mirino il costo che oggi il sistema sanitario nazionale deve affrontare per curare le patologie da gioco compulsivo. Tra gli ultimi ritocchi, c’è la deroga al divieto di pubblicità per le lotterie nazionali a estrazione differita, che salva la lotteria della Befana. Altra deroga riguarda gli stessi spot dei Monopoli che predicano il gioco responsabile e sono fatti salvi i contratti di sponsorizzazione e pubblicitari in essere.
Tornando all’intervento mirato sul redditometro per calibrare meglio la determinazioni sintetica dei redditi verso la cosiddetta economia “non osservata”; viene abolita l’efficacia dell’attuale decreto ministeriale del 2015 che fissa i valori del redditometro e disposta la messa a punto di un nuovo Dm dell’Economia che si applicherà agli accertamenti per l’anno d’imposta 2016 ,la cui prescrizione scade nel 2022. Ancora da stimare, anche se per un valore già noto pari a qualche decina di milioni di euro, l’abolizione dello split payment per i professionisti.
Fonte “Il sole 24 ore”