Stop al fermo contabile, istituto attraverso il quale l’Erario ha il potere di sospendere rimborso di somme spettanti al contribuente se risulta che lo stesso è a sua volta debitore nei confronti dell’Amministrazione, se manca il «fumus boni iuris». Pertanto va rimborsata la maggiore Ires richiesta dalla società contribuente derivante dall’applicazione dei principi contabili internazionali grazie ai quali viene rideterminato il reddito. Così la Ctr Lombardia con la sentenza 3023/14/2018 (clicca qui per consultarla ).
La decisione
Da un lato, l’Amministrazione può fare accesso all’istituto del fermo contabile, utilizzabile dall’Erario a difesa di un proprio credito anche se non «liquido ed esigibile», derivante da accertamenti emanati e impugnati dalla contribuente. Dall’altro lato tale istituto è tuttavia inapplicabile se manca il fumus boni iuris. Infatti, gli accertamenti posti a base del fermo sono stati impugnati ed annullati dalla Ctp, e, quindi, mancando il requisito del fumus, la contribuente ha pieno diritto al rimborso della maggiore Ires.
La vicenda
Una Spa decide di applicare i principi contabili internazionali in luogo di quelli nazionali. Nel dicembre 2011, tramite interpello, chiede all’agenzia delle Entrate di concordare il corretto trattamento fiscale sui derivati e propone il ricalcolo del reddito 2010 alla luce dei maggiori costi tramite presentazione della dichiarazione integrativa a favore. L’Amministrazione nega tale possibilità ma riconosce credito d’imposta e pertanto la società presenta istanza di rimborso Ires e nel marzo 2013, ulteriore sollecito, ma invano. Nel maggio 2013 presenta ricorso in Ctp avverso diniego tacito, ma l’Amministrazione si oppone: il rimborso non può essere concesso dato che la società risulta essere stata destinataria di avvisi di accertamento per gli anni 2007, 2008 e 2009. La contribuente ribadisce che gli avvisi sono stati impugnati e già definiti con sentenze ad essa favorevoli. Inoltre chiarisce che ha già versato in via provvisoria su tali accertamenti tributi nel 2012 per oltre 380mila euro, e, relativamente al 2009, somme pari oltre 571mila euro.
Fonte “Il sole 24 ore”