Si sbloccano le agevolazioni fiscali per investimenti in Pmi innovative, in stallo ormai da oltre quattro anni. Le disposizioni applicative sono pronte: dopo la firma del ministero dell’Economia, il decreto attuativo è stato firmato anche dal ministero dello Sviluppo economico. Ora il provvedimento dovrà passare dalla Corte dei conti prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Il decreto consolida in un unico testo le disposizioni per le Pmi innovative (finora non operative) con quelle per le startup innovative, che erano invece già in vigore sulla base di un decreto ministeriale del 2014 ma erano state progressivamente modificate con diversi interventi normativi, poi comunicati alla Commissione europea. Gli incentivi fiscali sono destinati a persone fisiche che investono sia nella categoria delle Pmi innovative sia nelle startup. Detrazione del 30% nel primo caso (per importo non superiore a 1 milione per ciascun periodo d’imposta), deduzione del 30% nel secondo (non oltre 1,8 milioni per ciascun periodo d’imposta). L’investimento agevolato può essere effettuato anche indirettamente tramite organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società di capitali che investono prevalentemente in startup o Pmi innovative.
Sia per la detrazione che per la deduzione, se di ammontare superiore al reddito dichiarato, l’eccedenza può essere riportata nei tre anni di imposta successivi. Gli incentivi sono cumulabili con quelli per le stock option ed altri strumenti di «work for equity» concesse ai dipendenti.
Per Pmi innovative (il regime di aiuto ha ricevuto l’ok della Commissione Ue solo il 17 dicembre 2018) si intendono le imprese in possesso dei requisiti previsti dal decreto legge 3 del 24 gennaio 2015, legati ad esempio al volume di spesa in R&S, al personale altamente qualificato, ai brevetti. Sono considerate tali fino al settimo anno dalla loro prima vendita commerciale. Con alcune deroghe: rientrano nella categoria fino a dieci anni dalla prima vendita se attestano di non aver ancora dimostrato a sufficienza il loro potenziale di generare rendimenti o addirittura senza limiti di età, se effettuano un investimento in capitale di rischio sulla base di un business plan relativo a un nuovo prodotto o a un nuovo mercato geografico che sia superiore al 50% del fatturato medio annuo dei precedenti cinque anni.
Il decreto dispone l’ammissione alle agevolazioni per investimenti effettuati dal periodo di imposta 2017 in poi, da mantenere per almeno 3 anni. Gli incentivi spettano fino ad un ammontare complessivo dei conferimenti ammissibili non superiore a 15 milioni per ciascuna startup o Pmi innovativa.
La doppia firma ministeriale viene salutata come un passo importante dalla Piccola industria di Confindustria. «Questo decreto rappresenta una contaminazione positiva perché permette di sbloccare gli incentivi per le Pmi innovative e consente di mettere ordine su quelli destinati alle startup. – dice il presidente Carlo Robiglio -. Porta un doppio vantaggio anche sotto il profilo degli investimenti perché consente a chi investe di poter sfruttare open innovation, know how e competenze delle Pmi innovative che a loro volta possono decollare grazie al supporto e alla capacità di internazionalizzazione delle società mature che investono».